Coronavirus, i vaccini non bastano, non sono uno scafandro o una muta spaziale. Anche col vaccino si rischierà sempre di ammalarsi di Covid. E allora è e sarà sempre necessario curare i malati. Si sapeva da un anno, scrivo su Cronaca Oggi, che la speranza viene dai farmaci monoclonali. Con mesi di ritardo ora li hanno sdoganati. Giorno dopo giorno, i bollettini confermano il calo dei nuovi contagi e purtroppo il sempre alto numero dei morti.

L'errore di chi è preposto, in partenza Conte e Speranza e Arcuri, adesso Draghi, Speranza e Figliuolo, è stato puntare tutto sui vaccini. Con una campagna viziata dall'impostazione, dai ritardi iniziali, dalla incapacità della burocrazia italiana di organizzare sistemi, leggi, procedure che funzionino e non siano oppressive e inutilmente repressive.

Invece non hanno pensato a un piano nazionale di cure.

Meno male che ministro della Salute è uno che dice di essere di sinistra. Se fosse di sinistra avrebbe dovuto ragionare così: se il Remdesivir è il farmaco che ha guarito Berlusconi e Trump, perché non darlo anche al popolo? In fondo anche i croissant sono più buoni del pane.

Obiezione: il farmaco costa caro.

Allora a maggior ragione diamolo anche ai poveri. Perché solo i ricchi devono salvarsi?

Ma la sinistra italiana è ridotta al partito dell'invidia e dell'odio sociale, con una spruzzata di femminismo e di demagogia pericolosa. Prendete il caso del turismo. Vincenzo De Luca vuol tagliare la strada ai greci con la loro idea delle spiagge Covid-free. Dice: facciamo lo stesso a Capri, Ischia, Procida tanto per cominciare.

Il compagno Bonaccini non dice: bell'idea, come si fa per la Romagna? No, dice: o tutti o nessuno, Ergo: fermi tutti. Anche in questo caso Speranza fa il pesce in barile e invoca il buon senso: "Ci vuole prudenza".

Così è stato per la lotta al Covid. Invece di puntare oltre che sui mitici vaccini di Arcuri, che a Natale ancora non aveva ancora ordinato gli aghi per iniettarli, Speranza si è girato all'altra parte. Ha preferito chiudere l'Italia. E i suoi collaboratori-padroni hanno puntato tutto sui vaccini.

Ora però è arrivato il momento del rilancio delle monoclonali. Il vaccino aiuta a prevenire il covid, il farmaco ne fa guarire. Hanno perso mesi, chissà perché. Fossi in una Procura, aprirei un fascicolo per capire il ritardo.

Che ruolo ha giocato l'Organizzazione mondiale della sanità, cui un certo giornale inglese venduto ai giapponesi ha fatto da cassa di risonanza?

E chiederei ai Nas di indagare perché Berlusconigrazie alla cura col monoclonale si è rimesso in piedi in pochi giorni. E il resto degli italiani a morire. Siamo fra i Paesi con il più alto indice di mortalità per milione di abitanti, pari alla Gran Bretagna, peggio degli Usa. Ma chissà perché ora se ne riparla.

Rinfrescatevi la memoria con questi articoli del 2020.

Di mezzo c'è sempre l'Oms

La battaglia sul Remdesivir, il farmaco  anti Covid che divide i due lati dell'Oceano

Remdesivir sotto attacco: non dà più speranze di sopravvivere al Coronavirus?

Coronavirus, medico del Remdesivir: miliardi e politica dietro il vaccino

L'Oms boccia anche il Remdesivir, uno dei farmaci usati per curare Trump: "Non dà beneficio"

Ma alla fine tutti i salmi finiscono in gloria. Ora, aprile 2021, si scopre che la cura monoclonale c'è, ma le Regioni non la usano, praticate 2mila dosi, 38mila ferme...