Egregio Direttore,
Le misure decise da molti paesi per contrastare il contagio da Coronavirus e il fermo delle attività che esse hanno comportato stanno producendo effetti preoccupanti anche per la vita delle migliaia di associazioni italiane presenti e attive nel mondo, vero punto di forza dell’italianità in ambito globale.
Queste associazioni, fino all’insorgere della pandemia, hanno alimentato le proprie attività tramite i ricavi di eventi e incontri o di piccole attività di intrattenimento che hanno consentito annualmente di coprire le spese vive di gestione. Il fermo di oltre un anno ha fatto sì che siano venute a mancare le pur limitate risorse per far fronte alle spese ordinarie, quali i canoni di affitto delle sedi, le rate condominiali, il riscaldamento, le bollette della luce e così via. Alcuni sodalizi hanno dovuto già disdire i contratti di affitto o sono diventati morosi per altri adempimenti. In diverse realtà, tali sodalizi, essendo considerati associazioni di svago, non hanno rilevanza fiscale, sicché non sono rientrati nei provvedimenti di ristoro adottati dalle autorità del posto.
Se non si interviene presto con forme straordinarie di sostegno, rischiamo di trovarci con una rete associativa lacerata e ristretta: un grave danno sia per le nostre comunità all’estero che per gli interessi del nostro paese.
Per questo, con la collega Angela Schirò (Europa) abbiamo scritto al Direttore generale per gli italiani all’estero del MAECI, Luigi Maria Vignali, per chiedere di avviare un piano di sostegno e ristoro per le associazioni in difficoltà o, quanto meno, l’ammissione di quelle più esposte ai fondi per l’assistenza straordinaria per gli italiani all’estero, rafforzati di due milioni proprio a seguito di un nostro emendamento.
La risposta del Direttore Vignali, a sua volta, sottolinea le problematicità di un simile intervento sia per il fatto che la maggior parte delle associazioni non ha personalità giuridica che possa giustificare un trasferimento di fondi sia per la scelta di dedicare i nuovi fondi dell’assistenza al sostegno delle piccole attività messe in crisi dalla pandemia.
Restiamo convinte, tuttavia, della necessità e dell’urgenza di una tale iniziativa per cui, con gli strumenti parlamentari adeguati, ci rivolgeremo al Governo perché prenda in considerazione la necessità e l’urgenza di un intervento di ristoro del mondo associativo italiano all’estero sulla base di criteri compatibili con il complesso quadro giuridico e con le situazioni locali. 
 Francesca La Marca, deputato
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America