Correva l'anno 2008 quando si è sentito parlare per la prima volta del Bitcoin: quanta strada che ha fatto la moneta digitale fino a oggi, pensando che ormai sia diventata a tutti gli effetti uno strumento speculativo ancora più che di pagamento.

Fu Satoshi Nakamoto, un inventore di cui ancora non si sa nulla e che rimane avvolto nel misterioso (sarà riferito a una sola persona o a un gruppo di esperti?) a togliere i veli, all'interno di una mailing list inviata ad una serie di esperti di crittografia, il progetto che si riferisce alla prima criptovaluta così come la conosciamo al giorno d'oggi.

Stiamo parlando del Bitcoin che, dopo circa sessanta giorni, risultava essere già operativo. Da quel momento in avanti, al Bitcoin si sono affiancate anche tante altre criptovalute, che hanno fatto registrare una crescita pazzesca. È sufficiente sciorinare solamente un dato che, però, fa capire alla perfezione quanto siano ampi i margini di miglioramento di questo mercato: solo dopo dieci anni dal lancio di Bitcoin, infatti, tale mercato aveva raggiunto un valore superiore a 110 miliardi di dollari.

Un successo incredibile, che ha accompagnato di fatto non solamente Bitcoin, un asset che interessa tutto il mondo, ma anche tutto il resto delle criptovalute, anche se già dopo qualche anno ecco che sono cominciati i primi problemi. Il Bitcoin è nato con l'intento di evitare che, nelle varie transazioni, ci fossero sempre e comunque delle banche a svolgere la funzione di garanti. Insomma, una valuta digitale che potesse finalmente fare a meno dell'intermediazione delle banche. In questi sistemi, di conseguenza, i database bancari lasciano il posto ad un solo libro mastro, che è diventato una sorta di registro relativo a ogni transazione, il cui aggiornamento viene effettuato con la frequenza di ogni minuto.

La blockchain - Analizzare la Bitcoin storia, significa ovviamente imparare a conoscere anche cosa sia la blockchain: ebbene, non è altro che la tecnologia che offre la possibilità alle criptovalute di circolare. Il libro mastro digitale che è stato inventato da parte di Satoshi Nakamoto, non è altro che il frutto dell'associazione tra i più disparati e approfonditi studi che sono correlati alla crittografia, sempre più oggetto di specifici studi anche da parte di semplici studenti, ma anche alla tecnologia peer-to-peer, oltre che un gruppo ben legato di incentivi all'azione. Ebbene, proprio tale libro mastro digitale è formato da una serie di blocchi di transazioni, della cui convalida se ne occupano quelli che, in gergo, vengono ribattezzati "miners".

Cerchiamo di approfondire anche il significato dei "minatori". In poche parole, stiamo facendo riferimento a degli utenti che offrono gli hardware dei propri computer per l'esecuzione di una serie molto complessa di calcoli matematici, con l'obiettivo di approvare le varie transazioni e fare in modo di aumentare il livello di sicurezza di queste ultime.

I miners e il costo ambientale

Cosa ottengono in cambio i miners per tale servizio? Semplicemente, la possibilità di passare all'incasso di una serie di commissioni che vengono calcolate sulle transazioni, mettendosi in tasca i Bitcoin che sono stati da poco creati. La velocità nella risoluzione dei calcoli matematici che sono previsti è il fattore che fa la differenza e che permette ai miners più lesti di portarsi a casa il maggior numero di Bitcoin.

D'altro canto, il costo ambientale di una simile procedura è davvero molto alto. Infatti, i pc che effettuano tutto il lavoro di processo e calcolo dei dati, con l'intento di approvare e dare l'ok a tutte le varie transazioni effettuate in criptomonete, consumano un quantitativo così alto di energia che possono oltrepassare persino i consumi annuali di un'intera nazione.

Infine, bisogna mettere in evidenza come il Bitcoin comprenda tre funzionalità principali: essere una riserva di ricchezza, un mezzo di scambio, ma anche una vera e propria misura di valore.