“Nessuno mette in dubbio il ruolo dei consolati onorari nel mondo, ma accostare l’ipotesi di un loro potenziamento come exit strategy per l’attuale crisi funzionale della rete del MAECI all’estero rischia di veicolare un messaggio confuso e distorto circa lo stato di salute della stessa, oltre che fornire una soluzione bizzarra, sia sotto il profilo formale che sostanziale, ad una criticità endemica la cui soluzione deve rintracciarsi esclusivamente in due percorsi complementari ed inderogabili:
incremento delle assunzioni, sia di personale di ruolo che di impiegati a contratto ed incremento delle risorse per il personale, segnatamente per quanto attiene il riadeguamento stipendiale in alcuni casi fermo da un decennio”.
Lo dichiara in una nota Iris Lauriola, segretario nazionale della CONFSAL-UNSA Esteri.
“I limiti della rete estera in termini di operatività e qualità dei servizi rappresentano da anni un tema complesso e multilivello, conseguenza delle drammatiche politiche di razionalizzazione portate avanti negli ultimi anni, - spiega Lauriola - in combinato disposto con il blocco del turn over che ha alimentato le vacanze di organico nelle nostre sedi, soprattutto in quelle dove la domanda di servizi è cresciuta in maniera esponenziale con l’aumento del numero dei connazionali emigrati. A ciò si aggiungono gli effetti drammatici dall’emergenza pandemica”.
“Purtroppo la risoluzione depositata dall’On. La Marca non cita e non approfondisce le ragioni dell’attuale crisi della rete del MAECI all’estero – continua Lauriola – e di conseguenza non individua un percorso risolutivo, coerente con la disciplina, ma suggerisce – di contro - una deroga alla stessa, chiedendo al Governo, di abdicare alle preminenti funzioni dello Stato a favore di un soggetto con incarico onorifico”.
“Puntare sul rafforzamento della rete dei consolati onorari, sull’implementazione delle loro funzioni e l’incremento delle risorse a questi destinate significa attuare una grave deresponsabilizzazione dello Stato – spiega Lauriola – che in questo modo subappalta ad un privato - spesso non cittadino - le sue funzioni, in deroga ai principi di trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa. Tra l’altro – aggiunge Lauriola  - un incremento delle risorse da destinare ai consolati onorari comporterebbe nei fatti uno svilimento della ratio che sottende l’ istituto, poiché ai sensi della disciplina vigente, l’incarico è conferito a titolo esclusivamente onorifico e gratuito, sebbene sia previsto un rimborso. Pertanto non si può pensare di ristorare qualsivoglia onere o iniziativa poiché rischierebbe di trasformare il “rimborso” in una vera  e propria “retribuzione”. Tanto vale assumere i consoli onorari previa legittima procedura concorsuale”.
“L’istituto del console onorario, specificamente disciplinato sotto il profilo internazionale oltre che nazionale, - conclude Lauriola - è complementare e non alternativo alla suprema funzionalità della struttura diplomatico consolare oltre confine. Pertanto ogni ipotetico accostamento di questo istituto a quello della rete estera del MAECI nella prospettiva di una sovrapposizione o di un’amplificazione della sua funzionalità risulta totalmente privo di legittimità. Chiediamo al Governo e alla Commissione esteri della Camera di affrontare seriamente questa risoluzione, ricalibrandone la portata e le aspettative e coinvolgendo quanti più soggetti competenti nell’ambito delle prossime audizioni, al fine di non autorizzare un precedente assolutamente pericoloso per l’azione amministrativa”.