Quando a Gisella Mion si presentò l'opportunità di studiare la lingua dei suoi nonni non ci pensò due volte: si iscrisse subito a un corso virtuale di lingua friulana per mantenere accesa un'identità perché -come ama ripetere- "il friulano lo ascoltavo da bambina ed è parte delle mie radici".

Nella dittatura dell'omologazione linguistica imposta dall'inglese si fa fatica a pensare che ci sia ancora qualcuno disposto a riscoprire una vecchia lingua (millenaria sì, ma pur sempre confinata a una sola regione europea) solo per il cuore e non certo per interessi utilitaristici. Un avamposto di friulanità esiste e si trova in Sud America dove nel secolo scorso giunsero molti emigrati alla ricerca di un futuro migliore e dove continua ad essere molto forte questo senso di appartenenza che abbraccia cultura e gastronomia, tradizioni e ricordi.

Un esempio di tutto questo è dato dalla Società Friulana di Buenos Aires con i suoi corsi di lingua e cultura friulana molto frequentanti che dallo scorso anno a causa della pandemia sono diventati virtuali. Una condizione, questa, che per Gisella Mion dall'Uruguay è diventata subito un'occasione speciale da sfruttare per poter finalmente riprendere contatto con quella lingua familiare che rischiava di perdersi con il trascorrere del tempo. "Io mi sono sempre interessata a tutto ciò che è relazionato con l'Italia e con la nostra collettività però il Friuli è quello che mi attira di più dato che 3 nonni erano friulani e uno piemontese" racconta a Gente d'Italia. "Per diversi anni ho studiato italiano e continuo a farlo ancora oggi. Il friulano invece è iniziato nel giugno dello scorso anno dopo aver letto l'annuncio del corso di Buenos Aires pubblicato dalla nostra associazione e ho coinvolto anche mio fratello Gianni in questa avventura che continua ancora oggi con grande piacere".

Gisella Mion e l'omaggio all'Udinese

Finalizzato il primo corso, Gisella ha scelto di continuare a studiare seguendo un programma dell'Università di Udine e da poco è tornata a frequentare il corso di un livello più avanzato. "Fino ad ora è stata un'esperienza molto positiva che mi ha permesso non solo di conoscere più in profondità la cultura friulana ma anche di conoscere persone di diversi luoghi nella mia stessa condizione con cui condividiamo le stesse radici e gli stessi interessi. Studiare è anche un modo per essere in contatto con le proprie tradizioni, per mantenere viva questa sana malattia e sentire la friulanità nel cuore con la speranza di poterla trasmettere alle nuove generazioni. All'inizio è stato un po' difficile, non riuscivo a comunicare bene con i miei familiari però pian piano ho iniziato a ritrovare quelle parole che si utilizzavano in casa e che pensavo fossero italiane. I miei nonni sono morti quando io avevo solo 2 anni, da allora il friulano non si è più parlato a casa. Credo che l'importante sia mantenere questo sentimento che tutti noi portiamo dentro".

Il 6 maggio, partirà l'ottava edizione della settimana della cultura friulana con oltre 80 eventi alcuni dei quali virtuali. Promuovere l'identità culturale friulana passa soprattutto dal Sud America dove sono ancora in tanti a sentire la friulanità nel cuore.

di Matteo Forciniti

Friuli nel mondo