di Renato Silvestre

La smania di grandiosità del Re Sole trasformò una terra triste e paludosa nel cuore del regno di Francia, sintesi dello splendore artistico e dello sfarzo che circondarono i sovrani dell'Ancien Régime. Qui si scrissero significative pagine di storia, dalla Rivoluzione del 1789 al primo conflitto mondiale.
Due ragioni portarono Luigi XIV nel 1661 a decidere l'ampliamento del castello, fatto costruire da suo padre, Luigi XIII, a 20 km ad ovest di Parigi, nello sconosciuto borgo di Versailles. Da un lato l'obiettivo di dar vita a un monumento simbolo del proprio potere, che non avesse confronti con le altre residenze reali europee; dall'altro la volontà di assicurarsi una residenza decentrata, lontana dai veleni e dai tumulti della capitale.
I lavori iniziarono alla morte del cardinale Mazzarino e interessarono inizialmente interventi di restauro del vecchio castello, cui furono aggiunte due ali, in modo da formare un cortile di marmo. Nello stesso periodo l'architetto André Le Notre curò la realizzazione del sontuoso parco di 800 ettari, portato a termine nell'arco di trent'anni.
La nuova struttura venne utilizzata per feste e occasioni di svago ma il sovrano si rese conto della sua insufficienza a ospitare tutti gli ospiti della corte. Di qui la decisione di procedere a un progetto più ampio di allargamento affidato all'architetto Louis Le Vau. Costui dal 1668 al 1670 realizzò l'Enveloppe, un secondo edificio che andava ad abbracciare l'originario castello (migliorato nel suo aspetto), terminando con un'ampia facciata sul lato del parco.
Negli anni successivi sorsero altre costruzioni attorno al corpus centrale della reggia, tra cui il Grande Trianon, utilizzato dal Re per isolarsi dalla corte. All'inizio degli anni Ottanta il monumentale complesso era in gran parte ultimato e pronto ad ospitare 10mila persone. Tante infatti seguirono Luigi XIV, quando lo stesso decise di insediare qui la sua corte. Era il 7 maggio del 1682
Da questo momento Versailles divenne il centro politico del regno più potente d'Europa: qui si tenevano il gabinetto con tutti i ministri e i vertici con gli altri capi di Stato. L'altra faccia, meno prestigiosa, di questo luogo rappresentava un mondo a parte, lontanissimo dai problemi della popolazione e dedito al lusso più sfrenato. In esso aristocratici e cortigiani erano tenuti al rispetto di un'etichetta rigorosa e di un rituale sacro, al cui vertice c'era la figura di Luigi XIV, venerato come un dio del Sole.
Con il successore Luigi XV la reggia assunse il suo aspetto definitivo, arrivando a contare 700 stanze, 2.513 finestre, 67 scale e 483 specchi, questi ultimi concentrati per lo più nella splendida Galleria degli specchi. Un risultato raggiunto nell'arco di un secolo, attraverso il lavoro di 36mila operai. Nel corso del tempo trovarono posto qui circa 6mila quadri e oltre duemila sculture, accanto a opere di ingegneria come la celebre "chaise volante", letteralmente "sedia volante", ossia una sorta di poltrona mobile che attraverso nascondigli e passaggi segreti permetteva alle amanti di Luigi XV di svignarsela senza dare nell'occhio.
Tra gli eventi storici di maggior rilievo tenuti a Versailles: il vertice degli Stati Generali prima dello scoppio della Rivoluzione del 1789; il trattato del 1919 che pose fine alla Prima guerra mondiale e sancì la nascita della Società delle Nazioni, antesignana dell'ONU. Trasformata in museo nel 1837, la reggia entrò sotto l'egida dell'UNESCO nel 1979.