Il piano pandemico era ritenuto "troppo critico con l'approccio italiano" e "come emerge dagli atti della procura, dalle chat e dalle mail", il report sul Covid "è stato ritirato a seguito di pressioni cinesi, principalmente". Così l'ex funzionario dell'Oms torna ad attaccare la gestione dell'epidemia italiana di coronavirus.

L'ITALIA AVEVA UN PIANO: SI POTEVA FARE DI PIU'. Il medico veneto che, ricordiamo, è al centro di un'inchiesta condotta dal pm di Bergamo, invita a prendere in esame le date dello 'scoppio' del virus in Italia. "Il 21 gennaio l'Oms comunica di questo virus che si trasmette da uomo a uomo - afferma il medico -. L'Italia ha un piano pandemico, seppur datato al 2006 e mai aggiornato, ma ce l'ha", osserva Zambon in un'intervista rilasciata a Repubblica. "Penso che da quella data al 21 febbraio - continua - si potessero fare tante cose".

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TAIWAN HA AVVISATO L'OMS, MA L'ORGANIZZAZIONE HA IMPIEGATO VENTI GIORNI PER COMUNICARLO. Poi l'ex funzionario Oms passa all'attacco della gestione dal punto di vista internazionale: "Il 31 dicembre Taiwan ha captato autonomamente, perché non gli era stato notificato dalla Cina - sottolinea -, di questa nuova infezione data da un nuovo virus. Taiwan - che non è uno Stato membro Oms - lo stesso giorno in cui ha preso conoscenza della notizia - continua il funzionario italiano - ha allertato l'Organizzazione di una possibile trasmissione del suddetto tra uomo e uomo.

"L'Oms lo ha detto ufficialmente solo il 21 gennaio: dopo ben venti giorni", ha affermato il medico veneto. Questo perché "l'Oms non ascolta, per ragioni politiche, Taiwan che però, ad oggi, si è dimostrato uno degli Stati che ha avuto una reazione migliore al covid: conta, infatti, solo 12 vittime".

LA POLEMICA: OMS FA POLITICA O SI OCCUPA DI SALUTE? "La domanda che cerco di porre è semplice - conclude il medico -: l'Oms fa politica o si occupa di salute? Abbiamo il dovere di capire cosa è accaduto, cosicché di fronte alla prossima pandemia possiamo dare risposte migliori".