Silvana Mangione, vicesegretario del Consiglio Generale degli Italiani all’estero per l’area dei Paesi anglofoni extraeuropei, che si è soffermata sul lavoro portato avanti dal Cgie in questi mesi, in primis la preparazione della conferenza plenaria Stato, Regioni, Province autonome e Cgie. “Si tratta di un organismo poco conosciuto che però ha un compito fondamentale, cioè quello di indicare a Governo, Parlamento e Regioni che cosa devono fare per gli italiani all’estero nel triennio successivo, quali leggi devono approvare e come devono meglio proteggere gli italiani all’estero. La premessa – spiega Mangione – è che gli italiani all’estero sono parte dell’Italia così com’è; noi facciamo parte della stessa popolazione, abbiamo gli stessi diritti in base alla Costituzione italiana e gli stessi diritti degli europei, cosa che andrebbe fatta capire meglio specie ai giovani italo-discendenti. Abbiamo però anche obblighi, limiti e/o possibilità di legge che ci vengono offerti dai Paesi nei quali risiediamo”.

La Vicesegretario rileva come in particolare i limiti siano stati messi in evidenza dall’emergenza sanitaria globale: “io mi occupo dei 4 Paesi anglofoni extraeuropei che sono Australia, Canada, Stati Uniti e Sud Africa, paesi del G20, Canada e Usa anche del G7, uno Bric – il Sud Africa – e due che appartengono ancora al Commonwealth britannico. Si comprende come all’interno di quest’area vi sia una variazione tale di leggi che rende complessa la situazione – sottolinea Mangione. “Negli Usa, per esempio, non esiste un’assistenza sanitaria diffusa dappertutto e quindi in questi casi sarebbe utile un intervento dell’Italia – prosegue la Vicesegretario, che segnala poi il lavoro fatto in queste ultime settimane per garantire anche agli iscritti all’Aire che si trovano temporaneamente in Italia la vaccinazione anti-Covid. “Sempre negli Stati Uniti, possiamo constatare come a New York questa vaccinazione sia gratuita, in altri Stati no. Ci troviamo quindi di fronte ad un mondo magmatico, in cui l’intervento italiano deve essere calibrato a seconda delle diverse realtà. Chiediamo quindi allo Stato italiano – segnala Mangione – di concludere trattati bilaterali con gli Stati dove la legislazione offre protezioni inferiori rispetto a quelle che offre l’Italia”. “Inoltre, chiediamo all’Italia di approvare le riforme dei due primi livelli di rappresentanza degli italiani all’estero, ossia Comites e Cgie, e questo anche in vista del taglio del numero dei parlamentari che rappresentano i connazionali all’estero al Parlamento italiano, che erano già troppo pochi in precedenza e per cui sarà ancora più necessario – sottolinea Mangione – collegarsi con due strumenti di rappresentanza che devono diventare più forti per poter continuare a proteggere i connazionali”