di MIMMO CARRATELLI

Il Napoli torna in campo dopo tre giorni, stasera l'Udinese allo Stadio Maradona. Dopo la galoppata delle tre partite a settimana, riecco questo finale folle di incontri ravvicinati per le cinque squadre in lotta per la Champions mentre, a fine stagione, la condizione fisica dei giocatori è messa a dura prova. La regolarità del campionato è fortemente compromessa da un calendario assillante. Come se non bastasse Mazzoleni. Si gioca e non c'è niente da fare. Per il Napoli, come si dice, una finale dietro l'altra. Dodici punti da conquistare nelle quattro partite conclusive. È andata benissimo a La Spezia, la squadra di Italiano devastata da Osimhen e dal 4-4-2 messo in campo da Gattuso. Gli "esami" continuano: Udinese in casa, Fiorentina fuori, Verona a Fuorigrotta nell'ultima giornata.

L'Udinese, nel limbo del centro-classifica, non ha ambizioni ed esigenze pressanti. Per questo può giocarsi la partita di Napoli con invidiabile disinvoltura. Tocca al Napoli mettere in campo tutto se stesso per centrare il successo pieno. È questa la sottile linea psicologica che divide le due squadre col Napoli che rischia di più. L'Udinese senza alcuna pressione può giocare in scioltezza. Il Napoli non può sbagliare. La formazione di Luca Gotti, secondo di Sarri al Chelsea, è indecifrabile sotto la maschera difensiva che porta (3-5-1-1). Sulla carta, una squadra massiccia di giocatori molto fisici, autentica legione straniera (17 stranieri in "rosa"), felice intuizione di Pierpaolo Marino nei suoi primi dieci anni in Friuli (1994- 2004), talenti medi importati dall'estero a costi modesti.

Il talento di oggi è l'argentino Rodrigo de Paul, 27 anni, ingaggiato dall'Udinese cinque anni fa per tre milioni di euro e, oggi, sul mercato per quaranta. L'Udinese non ha bisogno di punti, ma farà a Napoli la sua partita al massimo delle possibilità intasando il centrocampo e guizzando in contropiede. Una brutta "bestia" per gli azzurri. Però un Napoli compatto può replicare a sua volta in contropiede assicurando spazio per volare a Osimhen, mentre si pretende un Lozano in forma e non la copia sbiadita delle ultime esibizioni entrando tre volte dalla panchina. Il Napoli ha bisogno di una seconda freccia per colpire. Con Osimhen può esserlo Lozano, anche se Politano garantisce una migliore copertura tattica. Squadra che vince non si tocca, secondo un vecchio detto al quale Gattuso rimarrebbe fedele.

Zielinski, in un momento magico, resta la "chiave" per aprire il castello friulano sia da seconda punta (meglio) che da trequartista. Ma a centrocampo, dove giostrano i cinque dell'Udinese, bisogna essere alla pari per non andare in inferiorità numerica. Fabian Ruiz è chiamato a un lavoro di copertura e rilancio di cui non sempre sa essere protagonista. Demme non può essere lasciato solo a fronteggiare l'onda friulana. Sacrificio tattico per Politano e Insigne. Bloccare de Paul non sarà facile perché l'argentino arretra per liberarsi da ogni marcatura e sbuca all'improvviso nelle zone in cui può far male col passaggio di precisione e la conclusione in gol (9 reti), mentre attorno a lui si muove una nutrita schiera di "sudditi" fedeli. Gli esterni Molina e Stryger Larsen pronti a comporre una difesa a cinque a sostegno dei corazzieri Becao (1,91) e Nuytinck (1,91) ai lati di Bonifazi. In porta, l'argentino Musso (1,91) tra i più richiesti dai grandi club.

Se l'Udinese ha una difesa molto fisica e di altezza ragguardevole, solo un Napoli a un tocco che giochi in velocità, palla a terra, può abbatterla. Vietato portare palla e giocarla in orizzontale. Gli azzurri sono "condannati" a una partita da giocare in profondità azzardando più spesso il lancio lungo appoggiato soprattutto sulle fasce. L'Udinese ha ceduto più sul suo campo (nove sconfitte, quattro pareggi) che fuori (sei sconfitte, sei pareggi). Nelle ultime otto trasferte, ha perduto solo a Bergamo (2- 3) e con la Roma (0-3) pareggiando a San Siro col Milan (1- 1). Un avversario "tranquillo" può essere più pericoloso di un avversario a caccia di punti, L'insidia friulana è dietro l'angolo. Così, in questo rush finale, l'avversario del Napoli è di volta in volta il più pericoloso. Ricordarsi dello svarione col Cagliari. Di questa Udinese che copre bene il campo c'è poco da fidarsi. In campo il Napoli dovrà essere capace di "leggere" la partita, e Gattuso dalla panchina, per superare quest'altra finale.