di MATTEO FORCINITI

È stato un problema cardiaco a far appendere le scarpette al chiodo prima del previsto a Rubén Olivera, centrocampista uruguaiano protagonista di una lunga carriera in Italia.

38 anni appena compiuti, Olivera ha annunciato il suo ritiro attraverso un video sulla pagina dell'Aprilia: "Oggi lascio il calcio giocato non per mia volontà, visto che mancano due mesi alla fine del campionato, ma per un problema cardiaco che mi hanno trovato tre settimane fa. Questa è una comunicazione un po' triste perché, per la passione che ho per questo sport, non avrei mai voluto lasciarlo così ma ho 38 anni e sono pronto ad intraprendere una nuova sfida che è quella di fare l'allenatore".

"El Pollo" -così è soprannominato- arriva in Italia agli inizi del duemila scovato dalla Juventus. Viene acquistato dal Danubio come una giovane promessa che però non riuscirà mai a sfondare del tutto. Con i bianconeri si mette in mostra nella Primavera arrivando a esordire in prima squadra nell'ultimo periodo di Lippi nel 2003 vincendo anche lo Scudetto. Per andare a fare un po' di gavetta la stagione seguente viene mandato in prestito all'Atletico Madrid dove non ha occasione di giocare. Il secondo periodo juventino con Capello in panchina è quello migliore: nella stagione 2004-05 riesce ad accumulare 18 presenze e 4 gol dando un contributo significativo alla conquista dello Scudetto che verrà poi revocato con Calciopoli. Sembra l'inizio di un'esperienza importante a Torino e invece dopo una seguente annata anomala a Torino di lui si perdono le tracce. Viene spedito in giro tramite vari prestiti prima alla Sampdoria, poi il ritorno in patria al Peñarol in due diverse occasioni e nel mezzo una stagione al Genoa.

Tra il 2001 e il 2005 arrivano le convocazioni dalla "Celeste", la nazionale uruguaiana che difende in 18 occasioni.

Il rapporto con la Juve si conclude definitivamente nel 2010 rimanendo svincolato. Al Lecce nel 2010-11 è la sua migliore stagione in serie A riuscendo ad ottenere una preziosa salvezza con i salentini. Negli anni seguenti non riesce a trovare più continuità tra Fiorentina, nuovamente Genoa e poi Brescia. Nel 2015 scende in serie B con il Latina, poi va a giocare un anno in Ecuador prima di ritornare in Italia per una scelta di vita, quella di rimettersi in gioco nei Dilettanti e restare vicino alla famiglia: il percorso della D parte a Latina, poi prosegue con Aprilia, Ostia Mare e di nuovo Aprilia. Come disse lui stesso una volta "L'essenza del calcio non cambia con le categorie, l'emozione è provocata dagli stimoli, dalle sensazioni".

Nel suo addio anticipato al calcio giocato "El Pollo" ha voluto mandare un messaggio ai calciatori, soprattutto ai più giovani: "Spesso ci si sente forti facendo questo sport visto che siamo delle persone fortunate rispetto ad altre svolgendo un lavoro agonistico tutti i giorni. In tanti sottovalutiamo le problematiche, è accaduto anche a me, sentiamo dei dolori o degli avvisi del corpo nel cuore o nel petto a cui non diamo il giusto peso ed è meglio non lasciar passare troppo tempo ed andarsi a far controllare in modo attento ed approfondito dal dottore della Società di riferimento. Anche io non mi sarei mai aspettato quest'anomalia che mi hanno trovato che mi ha obbligato a chiudere anticipatamente con il calcio giocato. Ho rischiato e mi è andata bene: ringrazio tutti i dottori che mi hanno aiutato e mi sono stati vicino. Quindi invito tutti i ragazzi di oggi e quelli del domani a non lasciar passare mai troppo tempo quando sentono dei dolori strani nel fisico e soprattutto nel cuore".

In questi giorni Olivera è stato salutato dai diversi club in cui ha militato nel corso della sua carriera. Anche la Lega Nazionale Dilettanti gli ha voluto rendere omaggio: "Ruben ha amato il calcio più di ogni altra cosa e dal 2017 ha continuato a vivere la sua passione in serie D. La sua storia è la dimostrazione che con determinazione, sudore e sacrificio si possono raggiungere i propri sogni, ma la realtà è che non siamo invincibili".