di Franco Esposito

Due stipendi pagati in ritardo. I prossimi saranno versati regolarmente. Almeno quelli immediati. Una boccata d’ossigeno per il personale Alitalia. In arrivo cento milioni. Possono respirare i dipendenti dell’ex compagnia di bandiera, letteralmente in gramaglie nei mesi scorsi. Alitalia si aspettava indubbiamente molto di più, più soldi, a fronte dell’ulteriore reiterata dell’immancabile richiesta di un altro robusto prestito salva vita. Il Governo ha scelto questa volta un’altra strada. Questa dell’aiutino. 

Da dove arriveranno i cento milioni promessi? Intanto accadrà la prossima settimana, nell’ambito di una delle ultime novità previste dal nuovo decreto sostegni. Che prevede lo stanziamento di quaranta miliardi a supporto delle attività vittime della pandemia. Come ha annunciato il presidente Draghi durante il question time. Dopo il vertice politico di martedì è emerso che alcuni dettagli devono essere messi a punto. Questione di catalizzazione politica. 

Il Ministero dell’Economia si è affrettato a smentire l’esistenza o la possibilità di un altro prestito-ponte da otto-novecento milioni di euro. Niente da fare purtroppo per Alitalia, questa volta. Il Governo non aderisce, avendo già dato: un miliardo e trecento milioni versati negli ultimi anni. E a codicillo, una precisa indicazione: il contributo servirà a garantire l’operatività della compagnia nel periodo pandemico.

Il Decreto Sostegni prevede una novità per quanto riguarda il commissariamento dell’Anpal. L’Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro, che vede oggi alla presidenza Mimmo Parisi. Proprio lui, l’economista italo-americano chiamato nel 2019 dal leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio alla gestione dell’avvio del reddito di cittadinanza con l’apporto dei famigerati navigator, praticamente presti solo in fase di annuncio e programmazione. Poi, più niente. 

Tutto quanto anche alla luce del prolungamento delle trattative con l’Europa per la nascita della nuova Alitalia. Nelle ultime settimane tutto si è infatti arenato davanti alle precise richieste di Bruxelles, condensabili in pochi ma significativi punti. La rinuncia al vecchio logo, il dimezzamento degli slot su Linate, la dismissione delle attività di manutenzione e dei servizi a terra. Richieste che Roma non sembra disponibile ad accettare, laddove appare inesistente la possibilità di un accordo a breve termine. Il rischio è palese: tutto potrebbe finire gambe all’aria. 

Sembra chiaro l’atteggiamento dei sindacati. “Questi cento milioni servano esclusivamente al pagamento dei prossimi stipendi senza ritardi”. Mentre tutto intorno evidente è l’allarme in riferimento allo stallo o alla mancata evoluzione dell’operazione di salvataggio. Dubbi forti in attesa dell’incontro del venti maggio. Il meeting viene ritenuto di vitale importanza. Intorno al tavolo si ritroveranno il commissario straordinario Alitalia, Giuseppe Leogrande, l’amministratore delegato della   nuova Ita, Fabio Lazzerini, e i sindacati. Punti centrali della discussione, che si annuncia rovente, la situazione della gestione straordinaria e l’avvio della newco. Temi peraltro sul tavolo da mesi ormai. 

Molto probabile la nomina di un nuovo commissario Anpal. Un intervento necessario: la soluzione precedente non ha funzionato. Normale che Mimmo Parisi non prosegua nell’incarico. Sarà rimosso, dimissionato. 

Un passo naturale, indispensabile, nel tentativo di dare una svolta. È quanto si percepisce dalla dichiarazione a L7 del ministro del lavoro. Andrea Orlando è fermamente intenzionato “a riportare all’interno del ministero le politiche di indirizzo su queste politiche di indirizzo, in coerenza con quanto previsto dal Recovery plan, che stanzia notevoli risorse per questo programma”. 

L’obiettivo finale è puntare alla modifica della governance, da allineare necessariamente a quella delle agenzie fiscali. 

Il nuovo Sostegni metterà a punto una nuova tornata di contributi a fondo perduto, legati anche ai costi fissi e alle perdite reali risultanti dai bilanci di fine anno. La cabina di regia deciderà lunedì prossimo le modifiche da apportare. Attraverso il Pd, per dirne un’altra, ha chiesto di destinare un miliardo di euro allo sport.