La riduzione del numero di parlamentari italiani, approvata dagli italiani con l’ultimo referendum confermativo, “porterà inevitabilmente a una diminuzione della rappresentanza nelle aree non urbane dell’Italia e all’estero”. Non ha dubbi il sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto della Vedova, che in un’intervista ad askanews ha ricordato quanto si sia “battuto perché non venisse ridotto il numero dei parlamentari”.

La vittoria dei Sì al referendum del 20 e 21 settembre 2020 ha confermato la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, con una partecipazione al voto di circa il 53% e quasi il 70% di voti favorevoli. La legge prevede tra l’altro la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400, di cui 8 (al posto dei 12 attuali) eletti nella circoscrizione estero e il taglio del numero dei senatori da 315 a 200, di cui 4 eletti all’estero (invece degli attuali 6).

“Gli italiani, a grandissima maggioranza, hanno stabilito nel referendum confermativo che questa fosse una cosa buona, e quindi bisogna farci i conti”, ha commentato Della Vedova. “Certamente la diminuzione dei parlamentari all’estero, ridurrà drasticamente la loro capacità di farsi conoscere, interpretare, di essere coinvolti, di incidere”, ha aggiunto, precisando che quest’ultima dipende da molti fattori, “dall’autorevolezza e dalla formazione politica”, tra gli altri. Tutto questo però, secondo il sottosegretario, “deve fare riflette” sulla necessità di “adeguare, rinnovare, migliorare la capacità delle strutture storiche della rappresentanza”, ha aggiunto Della Vedova.