Gentile Direttore,

scrivo a proposito di questa vostra corrispondenza:
(https://www.genteditalia.org/2021/05/15/prendono-a-schiaffi-gli-italiani-allestero/)
Spiace leggere, rispetto a quanto sta accadendo in materia di diritti
sportivi, un attacco alla mia persona come direttore di Rai Italia. Mi
vedo costretto a precisare che - pur seguendo da vicino lo sforzo
dell'azienda (e le assicuro, chi mi conosce lo sa: con la trepidazione
del caso) - il direttore del canale non ha nessun potere in materia di
acquisizione dei diritti del campionato di calcio.

Quanto alle considerazioni sul palinsesto, esse paiono aggiunte non
pertinenti, strumentali a un attacco personale che mi permetta di
ritenere del tutto immeritato. Sto alle trasmissioni che lei cita: "Un
passo dal cielo" è anche qui a Roma la prima serata Rai del momento.
"Il paradiso delle signore" e "Un posto al sole" sono prime visioni in
onda ora sul territorio italiano. E' ampiamente noto, del resto, che da
quando ho la responsabilità dell'offerta per l'estero, gran parte del
palinsesto è stato allineato alle reti generaliste Rai, in
contemporanea con l'Italia, con il solo slittamento di ore/giorni dovuto
all'adattamento ai fusi.

E' un'innovazione di cui vado orgoglioso e
della quale mi è stato reso merito. Quanto a "Non dirlo al mio capo",
è vero, viene riproposto. Ma nella fascia mattutina e nella modalità
"maratona", accorgimento oggi in voga in tutte le tv del mondo.

Grazie dell'attenzione,

Marco Giudici

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Caro direttore di Rai Italia,

ci fa piacere che abbia preso penna e calamaio per risponderci e darci il suo punto di vista. Ma noi, che fruiamo di questo canale, ci sentiamo presi un po' per sottosviluppati e anche un po' come mentecatti. La programmazione, lo ripetiamo, ci sembra alquanto leggera, con la messa in onda di fiction e talk show triti e ritriti. Sarebbe bello poter usufruire di qualcosa legato alla cultura o di poter tornare alla 'tribuna elettorale' di un tempo che era davvero un interessante esempio di democrazia.

O anche poter vedere film belli. Non ci prenda per analfabeti, meritiamo altro, non di 'farci addomesticare' il cervello con roba cui non se ne sente proprio il bisogno. Ma poi la domanda che ci si pone è soprattutto questa: non le sembra assurdo aver perso i diritti de 'La giostra del gol'? Una trasmissione 'fresca', di cronaca sportiva, amatissima all'estero.

Per quale ragione non si è combattuto per difendere questo pezzo forte di Rai Italia che faceva sentire in qualche modo gli italiani all'estero vicini al BelPaese? Come lei sa, il pallone accomuna tutti gli italiani. Come mai non si è imposto? Secondo noi, avrebbe dovuto lottare fino in fondo, come un leone, per difendere 'La giostra del gol'. Da direttore, ovviamente sapeva benissimo il valore di un programma come questo ed era anche evidente che averlo perso avrebbe portato a polemiche e dibattiti. Insomma, già Rai Italia era alquanto deficitaria nei palinsesti, ora è davvero al minimo storico. Ci creda, nessun attacco strumentale alla sua persona anche perché il mondo della Rai è assolutamente lontano dalla nostra linea editoriale. Lo prenda semmai come una critica o uno sfogo di persone che si sentono già da tempo abbandonate dai politici che fanno di tutto per farci sentire sempre più lontani dall'Italia.

Cosa chiediamo, insomma? Di essere considerati cittadini di Serie A, anche se la Serie A non la potremmo più vedere. Ma soprattutto di dare spazio a programmi che non siano solo di ritorno. Non possiamo essere zombie che accettano quello che passa il convento... A tutto c'è un limite... E per favore, basta con le stupidate che mandate in onda solo su Rai Italia di "Camera café"( ieri dopo la partita della Juve doppiate... due volte....) e con le baggianate di quegli insulsi duetti nel "treno dei pendolari", o le ripetizioni all'infinito delle "esplorazioni" nei campi e negli stagni di Geo....
É un vero e proprio attentato alla nostra intelligenza... BASTA!!!!!!!!

Mimmo Porpiglia