La pesca è in crisi di vocazioni, mancano addetti e gli armatori si mettono alla ricerca di personale anche attraverso i social con annunci su facebook ma anche su whatsApp. Lo fa sapere Fedagripesca-Confcooperative, nel confermate che all'appello oggi manca tra il 20 e il 30% dei lavoratori rispetto alle necessità, con un trend in costante aumento.
"Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un preoccupante calo di personale", spiegano da Fedagripesca, "che vien confermato dai dati dell'Inps che parlano di una perdita del 36% di pescatori autonomi e del 27% per i dipendenti". Una situazione che interessa tutti i mestieri del mare, in particolare quelli più impegnativi come lo strascico che consiste nel trainare una rete da pesca sul fondo del mare da una o due barche. Ulteriore fonte di preoccupazione, spiega Fedagripesca, è l'età degli addetti che ormai per la maggior parte supera i 50 anni.
Si parla per lo più uomini di origine comunitaria. Contrariamente a quanto si pensi la presenza di lavoratori extra comunitari nel settore risulta molto contenuta, con un peso che incide per il 6% circa sul totale e riguarda soprattutto tunisini. "Temiamo che la pandemia possa acuire un problema che viene da lontano - commenta Fedagripesca - da politiche comunitarie volte a ridurre l'attività di pesca, senza dare speranza al settore".
Secondo l'associazione è importante invertire la rotta puntando sui giovani, in modo da rendere loro attrattivo questo mestiere. "Occorre partire dalla formazione a livello scolastico, con percorsi di studio precisi ad hoc in modo da poter contare su un personale specializzato", precisa Fedagripesca, secondo la quale "è indispensabile anche investire per modernizzare il comparto, così da renderlo più allettante grazie anche a tutte le opportunità legate alla blue economy". Diversi i comparti legati al mare che possono essere più attrattivi per i giovani dall'ittiturismo, alla ristorazione legata alla trasformazione.