Caro Direttore,

La scomparsa del Ministro dell’Interno Jorge Larrañaga ha significato, non soltanto un profondo dolore per coloro che lo conobbero, ma anche un grave problema politico per il governo.

Ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e chiacchierare con lui più di una volta, in occasione di due Congressi di CERTAL (Centro Estudios Regulatorios Telecomunicaciones America Latina) a Roma e a Parigi.

Era un uomo semplice, molto simpatico, sempre con una barzelletta a fior di pelle e un politico di stirpe che, in più di un’occasione è stato candidato alla Presidenza della Repubblica.

Il soprannome “guapo” che non vuol dire soltanto “bello” in spagnolo, ma anche coraggioso, se l’é guadagnato con tutti gli onori. Nel 1990, aveva appena 34 anni, fu eletto Governatore di Paysandú, la sua città natale e occupò questo ruolo fino al 1999. Quando era un bambino, ad appena 7 anni, una volta gli disse al padre, che fu magistrato e politico: “Papá, da grande farò il politico” e da giovanissimo cominciò la sua carriera a fianco dei grandi dell’epoca, come Wilson Ferreira Aldunate. Nel Partido Nacional, il suo Partito dell’anima, ha occupato un po’ tutti i ruoli, deputato, senatore, ministro, Presidente del Partito ed è stato 3 volte Candidato alla Presidenza della Repubblica. Uno dei suoi amici più cari, che fra l’altro è anche un carissimo amico personale, è stato da sempre Jorge Gandini, una specie di suo scudiero, che, con la sua lista 250, lo ha sempre accompagnato nelle sue campagne politiche. Nel 2014, dopo essersi presentato e aver perso l’interna con Luis Lacalle Pou, a dimostrazione della sua passione per il Partido Nacional, accettó l’incarico di Vicepresidente che gli offrí Lacalle Pou, lo stesso che accadde nel 2008.

Si ripresentó nel 2019 e fu di nuovo Lacalle Pou a vincere l’interna, questa volta con Beatriz Argimón come compagna di formula, e, dopo 30 anni, il Partido Nacional, riprese le redini del paese questa volta con il figlio dell’ultimo Presidente blanco Lacalle Herrera.

Il Presidente eletto gli offrí uno dei ministeri più difficili e candenti, il Ministero dell’Interno che, negli ultimi 15 anni era stato bersaglio delle critiche più dure perchè i delitti erano aumentati quasi per 3. Accettó immediatamente e dimostró, nel giro di poco più di un anno, di essere all’altezza e a far scendere tutti i delitti nel paese. Ministro sempre presente in ogni occasione, è stato amato e rispettato da tutti gli uomini in divisa che ha diretto, tant´é vero che, domenica scorsa, in riconoscimento del suo operato, tutte le macchine della polizia hanno fatto suonare le loro sirene per rendergli omaggio.

Fu il promotore di un plebiscito che perse per poco, che aveva, come finalità, abbassare l’età imputabile da 18 a 16 anni. Quando vinse nell’interna del Partido Nacional Luis Lacalle Pou, l’attuale Presidente, subito pensó a lui per uno dei ministeri più difficili, quello dell’Interno e lui accettò subito. Una specie di boy-scout della politica, sempre pronto per portare avanti il suo paese.

L’Uruguay ha perso una pedina fondamentale nella politica interna, non sará facile sostituirlo...

STEFANO CASINI