Gente d'Italia

Sei mesi di silenzio della Rai: adesso vogliamo sapere i nomi dei colpevoli

di ROBERTO ZANNI
C'è chi deve spiegare. C'è chi si deve assumere la responsabilità. C'è chi deve pagare. Quello che invece siamo sicuri non ci sarà più sono le partite della serie A su Rai Italia. Indietro non si può tornare quindi i connazionali all'estero se vorranno continuare a seguire il campionato dovranno farlo con Cbs Sports/Paramount+ negli Stati Uniti mentre nella gran parte del resto del mondo si dovrà attendere per sapere a chi Infront avrà venduto, localmente, i diritti tv di trasmissione (senza dimenticare che il nuovo triennio estero ha registrato un calo in entrate del 36%). In attesa però dell'inizio della nuova stagione, i connazionali nel mondo hanno il diritto di conoscere la verità su quanto accaduto e sapere perchè nessuno, nella Rai (che come abbiamo ribadito più volte nonostante tutto è ancora, o fa finta di essere, un servizio pubblico) ha alzato seriamente un dito dal 23 novembre dell'anno scorso. A cominciare da Rai Italia che avrebbe dovuto guidare la battaglia e che invece ha preferito tacere. Se a parte abbiamo proprio riportato le date salienti di questo scandalo italiano, la prima domanda che necessita una risposta è molto semplice: per quale motivo chi a viale Mazzini è preposto a seguire i bandi per i diritti sportivi/calcistici sei mesi fa non ha denunciato, fatto presente, presentato proposte per quello che stava accadendo? Il 23 novembre infatti la Lega Serie A (e probabilmente si sapeva anche prima) ha ufficializzato l'abolizione del pacchetto per i diritti tv per gli italiani all'estero che fino a domenica hanno permesso a Rai Italia di trasmettere partite e 'La Giostra del gol'. Ma nessuno si è mosso. Quale il motivo? Non interessavano (gli italiani all'estero), dimenticanza o c'è anche qualche altra cosa sotto? Perchè la Rai non ha partecipato al bando? Di cosa si tratta: omissione, dolo... Dal giorno in cui gli italiani all'estero sono spariti dalla Lega Serie solo qualche mormorio. All'inizio dell'anno infatti i consiglieri Rai Riccardo Laganà e Rita Borioni avevano rivelato che il tema "era stato discusso nell'ultimo CdA prima di Natale". Perchè non è successo niente? "L'eventuale perdita dei diritti di trasmissione - aggiungevano i consiglieri - costituirebbe un danno enorme sia per la Rai che per il grande pubblico degli italiani all'estero". Meno di un mese da novembre a prima di Natale, più o meno lo stesso intervallo di tempo tra la riunione del CdA  e la denuncia dell'11 gennaio di Laganà e Borioni e poi? Nulla. Non ci sono tracce di interventi, proposte, colloqui tra Rai (Rai Italia) e la Lega Serie A al fine di evitare, o comunque rendere meno eclatante lo scempio che si stava portando a termine. Il tempo lasciato scorrere nell'indifferenza totale per i 6 milioni di connazionali (e tutti gli altri che volevano seguire il nostro calcio da 'La Giostra del gol'). Qualcuno ha l'obbligo di spiegare che cosa è successo. E si è arrivati alla fine, con la denuncia di "La Gente d'Italia' alla quale sono seguite le interrogazioni bipartisan, le proteste dei politici, ma ormai non c'era molto da fare. Questo però non significa che la Rai, la tv di stato, non debba rendere noti i responsabili: magari, se non lo farà di propria iniziativa, potrebbe essere costretta anche dalle autorità giudiziarie, potrebbero infatti esserci gli estremi per l'intervento di qualche Procura della Repubblica. Perchè agli italiani all'estero avranno tolto i diritti del calcio su mamma Rai diventata perfida matrigna, ma la speranza è che qualche altro (diritto) sia rimasto anche a loro. Si deve fare chiarezza, perchè questa gestione scellerata da parte della cupola di viale Mazzini, non deve passare impunita. E la conferma è arrivata dalla interrogazione del senatore Francesco Verducci, membro PD della Commissione Vigilanza Rai e presidente della Commissione cultura che ha chiamato in causa, direttamente, oggi, presidente (Marcello Foa) e amministratore delegato Rai (Fabrizio Salini). Richieste di spiegazioni, basta insabbiare, questa volta abbiamo tutti il diritto di sapere.  
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