Amazon ha chiuso l'acquisto di Metro Goldwyn Mayer (MGM) al prezzo di 8,5 miliari di dollari. Jeff Bezos, secondo Peter Kafka esperto analista di Recode, però non è tanto intenzionato ad entrare nella guerra dello streaming e competere con Disney Plus, Netflix e forse WarnerMedia / Discovery quanto piuttosto a garantire un buon archivio al suo Prime e lasciare un motivo in più ai suoi abbonati per restare connessi alla piattaforma e continuare a spendere. Metro Goldwin Mayer (Mgm) infatti, troppo piccola per competere nello streaming, può contare su una immensa libreria cinematografica che conta oltre 4.000 film ed è la casa di personaggi entrati nel mito del grande e piccolo schermo, come James Bond e Rocky. "Più stelle del paradiso" diceva un vecchio slogan.

E in effetti la filmografia di questa società nata ai tempi del cinema muto è davvero lunga, si va dalla Pantera rosa al Signore degli anelli, da RoboCop al Silenzio degli innocenti, fino all'intera collezione di Tom e Jerry. Poi c'è Thelma & Louise, Tomb Raider, e oltre 17.000 serie Tv - tra cui Fargo, The Handmaid's Tale e Vikings - che hanno vinto collettivamente più di 180 Academy Awards e 100 Emmy. 

Quando la notizia è trapelata nei giorni scorsi si è parlato di assalto ad Hollywood di Amazon. La Mgm era da tempo alla ricerca di acquirenti. E Bezos di certo non ha avuto problemi a trovare i 9 miliardi di dollari richiesti (poi ha chiuso a 8,5). Del resto nel 2017 pagò 13,4 miliardi di dollari la catena di supermercati texana Whole Foods Market, specializzata in prodotti biologici e presente su tutto il territorio Usa. Bloomberg ha scritto che tra Amazon e Mgm erano in corso trattative da settimane e che al tavolo si sarebbero seduti il capo di Amazon Tv, Mike Hopkins, e il presidente di Mgm, Kevin Ulrich. E per il "Wall Street Journal" invece si tratta dell'affare dell'anno, in grado di trasformare Mgm in una risorsa di streaming per il gigante del commercio digitale.

Ma per Peter Kafka, annalista di Recode, Amazon non vuole competere con Netflix o altri big per tempo di visualizzazione e dollari di abbonati. Vuole solo che l'abbonato continui a guardare video e spendere dei soldi su Amazon. Perché Prime Video fa parte di Prime, il sistema "privilegiato" per gli acquisti su Amazon. Scrive: "L'azienda fa più sul serio che mai nel settore video.

Ma sta giocando un gioco diverso rispetto ai "veri" signori dello streaming. Amazon non vuole competere con Netflix o altri big per il tempo di visione o i soldi degli abbonamenti. Vuole solo farci vedere un po' di video e spendere un po' di soldi". Sempre Kafka parla di scelta obbligata. "Una volta a Disney, Comcast e alle altri grandi aziende dei media stava bene che streamers come Netflix o Amazon prendessero a noleggio i loro vecchi show televisivi o film, oggi no. Ed è anche diventato più difficile trovare studios che producano per te grandi film e serie tv".

Ora il completamento di questa transazione è soggetto alle approvazioni normative e ad altre condizioni di chiusura abituali. Ma le grandi manovre dopo la prevista fusione tra WarnerMedia e Discovery non finiscono qui. All'orizzonte si intravedono altre operazioni che nel giro di poco tempo potrebbero definitivamente cambiare la mappa del mondo della tv, del cinema e dello streaming. Le pressioni sono soprattutto su altri due giganti dei media Usa, Viacom Cbs e Comcast Nbc Universal, che a questo punto potrebbero accelerare su una serie di opzioni che sono da tempo sul tavolo. Difficile quella che prevede la fusione, visto che i due gruppi posseggono due delle principali emittenti televisive nazionali, Cbs ed Nbc, e l'ok delle autorità antitrust Usa appare improbabile. I due gruppi invece, come starebbe tentando di fare Amazon, potrebbero puntare all'acquisizione di realtà più piccole come Mgm per aumentare la propria offerta. I giochi sono appena iniziati.