Gente d'Italia

I francobolli del razzismo

Il problema del design “politically correct” è che il “correct” degli uni non di rado è una trasgressione morale per gli altri. Il sistema postale spagnolo - Correos - ha pensato di far uscire un’edizione limitata commemorativa di francobolli per rimarcare l’anniversario della morte di George Floyd, la cui uccisione avvenuta un anno fa per mano di un poliziotto di Minneapolis ha riacceso il dibattito, prima negli Usa e poi a livello internazionale, sul razzismo istituzionale.

L'edizione postale spagnola, disponibile in pochi colori - i toni della pelle delle diverse razze che abitano la penisola iberica - ha la caratteristica di scendere di valore – da €1,60 a €0,70 – mano a mano che la tonalità si scurisce. Secondo Correos, Il concetto di dover pagare di più il francobollo “bianco” e meno quello “nero” doveva rappresentare una protesta contro una “realtà incresciosa”.

“Più scuro è il francobollo, minore il suo valore. Così, per la spedizione sarà necessario usare più pezzi neri che bianchi,” un concetto che avrebbe dovuto - secondo le autorità postali - portare gli utenti a “riflettere sulla disuguaglianza creata dal razzismo”. Correos ha sottolineato di avere collaborato con la più importante ONG antirazzista spagnola, SOS Racismo, nell’ideazione della campagna. Ne è nato, ovviamente vien da dire, un putiferio mediatico, con una pioggia di accuse di “razzismo” - non “anti-razzismo” - per avere attribuito il valore minore alla pelle più scura. Perfino la sezione madrilena di SOS Racismo, forse non in perfetta sintonia con l’organizzazione nazionale, ha attaccato l’iniziativa con un comunicato secondo il quale l'episodio “sottolinea la necessità di creare una più forte coscienza anti-razzista in Spagna”, accusando Correos di “perpetuare l’idea della gerarchia razziale” e di esibire pertanto “negrofobia”.

Insieme con le critiche, sono arrivate - in maniera pressoché unanime - insistenti richieste per il ritiro immediato dei francobolli “dell’uguaglianza”, com’erano stati battezzati dalle autorità postali. Gesto per gesto, la sollecitazione è arrivata tardi. Un portavoce di Correos ha poi infatti annunciato che le scorte si erano esaurite anticipatamente per via della forte domanda e che la campagna dunque era “già conclusa”.

di JAMES HANSEN

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