Undici domande. Sí, undici quesiti posti dal ministero degli Esteri (Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie Ufficio 1). Un vero e proprio grande questionario inviato, attraverso le ambasciate e i consolati, ad associazioni e “personaggi importanti” delle collettività italiane nel mondo.

Una sorta di monitoraggio - ci dicono i bene informati - con cadenza annuale per valutare lo stato di salute del canale che dovrebbe (appunto, dovrebbe) fungere da servizio pubblico per gli italiani all’estero. Un paio di associazioni lo hanno girato in visione anche a noi…. con un “Visto? Avete parlato male della Rai ed ora contrattaccano…."

Beh, alcuni quesiti ci lasciano un po’ basiti, quando per esempio viene chiesto se ‘rimane come gli scorsi anni la preferenza per programmi di carattere culturale, film, fiction e trasmissione di partite di calcio’. Cultura? Onestamente, non vediamo trasmissioni per una dicitura del genere. Anzi. O per loro é cultura un signore che credo ogni settimana spiega ai poveri ignoranti telespettatori il significato di una parola non molto in uso, tipo bigollenare...

Calcio? Meglio soprassedere, ma tra qualche riga ne riparleremo perché è uno degli scandali del momento. Scorrendo i vari interrogativi posti dalla televisione di Stato, si chiede ‘che accoglienza ha avuto quest’anno il programma L’Italia con Voi’? Dovrebbe essere il fiore all’occhiello di Rai Italia per noi che viviamo all’estero. Non ce ne vogliano i due conduttori, validi professionisti (questo è il lato positivo), ma il taglio poteva andare bene magari una quarantina di anni fa, il format sembra essere un po’ datato e non consono con quello che si vorrebbe vedere qui.

Ascoltare canzoni che furono, francamente, ha un po’ stufato. Sicuramente il titolo del programma è molto bello, ma è troppo poco per poterlo promuovere. Anche perché dedica molto spazio al politico di turno o al dirigente della Farnesina….insomma una chiacchierata in famiglia…. Mai una contestazione, un rimprovero, qualcosa che non va….. Per l’Italia con voi tutte belle storie di giovani sconosciuti, professori universitari, imprenditori fortunati che hanno trovato all’estero il Bengodi ma che pensano sempre e con struggente nostalgia alla loro bella Italia…..

Mai un qualcuno che denunci soprusi, vessazioni, file ai consolati, anni di attesa per le cittadinanze… E poi torniamo sul tema caldo, quello legato al pallone e al massimo campionato di serie A. Ecco la domanda: ‘Quest’anno la Rai non è riuscita a soddisfare le richieste della Lega Calcio e ha perso i diritti internazionali sulla trasmissione delle partite di calcio della serie A. Quindi, se non vi saranno ulteriori accordi, Rai Italia, dalla prossima stagione, non potrà più trasmettere le partite di calcio della serie A nella storica trasmissione La Giostra del Gol.

Dato il forte apprezzamento per la trasmissione delle partite di calcio presso il pubblico di Rai Italia, ritenete ne sia compromessa la sua valutazione? Un interrogativo, secondo noi, che non andava neanche posto da parte del ministero presieduto da Luigi Di Maio. Cosa dovrebbe rispondere la gente? Sì, bravi, ci siamo stufati della Serie A, basta Inter-Milan, Roma-Lazio o Napoli-Juventus, perché non ci fate vedere il big match della cadetteria tra Pordenone e Cittadella o l’imperdibile sfida tra Ternana e Pisa? Ovviamente, con il massimo rispetto per tutti i club menzionati e i rispettivi tifosi, ci mancherebbe. Ma perché prenderci per cretini?

È evidente che la valutazione è compromessa, non c’è neanche bisogno di puntualizzarlo più di tanto. È come togliere la Formula 1 ma dire “tranquilli, manderemo in onda il Gran Premio del Terminillo, altro che Hamilton e Bottas, Mercedes e Ferrari”. Di positivo, lo diciamo, ci sono le informazioni religiose. Da questo punto di vista, c’è poco da obiettare e lo diciamo tranquillamente. Per il resto, meglio metterci una pietra sopra. C'é una domanda invece che poniamo a noi stessi, continuamente: ma Rai Italia si è resa conto di cosa ha perso… abbandonando i diritti della trasmissione della serie A?

A parte i milioni di dollari regalati in pubblicità agli americani….. E nel frattempo, stiamo scoprendo, e riportando a Voi amici Lettori cose che pochi o nessuno sapevano. Come ad esempio, che dovevano far parte del nuovo palinsesto Rai Giancarlo Magalli e anche Bruno Vespa. Promesse non mantenute, a dimostrazione di come da oramai 10 anni questo canale televisivo sembra aver perso l’obiettivo di fornire un degno servizio pubblico agli italiani all’estero. Occhio, però. Non gettiamo la croce solo ed esclusivamente sui vari direttori e amministratori che si sono susseguiti alla guida della Rai, anche al governo ha le sue colpe: sembra non avere alcun interesse verso i connazionali che risiedono all’estero, che non sembrano piú essere risorse, ma solo una ‘scocciatura’.

Basti pensare al reitero di una leggina dal contenuto decisamente incostituzionale: noi italiani che votiamo all’estero per rinnovare i Comites, per poterlo fare, dobbiamo comunicare la nostra intenzione di voto prima alle rispettive ambasciate. È come se nel BelPaese gli italiani dovessero prima fare un passaggio nei municipi di competenza per poter avere poi l’avallo di andare alle urne. Ovviamente, i risultati si sono visti nelle ultime elezioni quando al voto, non solo qui in Uruguay, si è recato a esprimere le proprie preferenze per i Comites appena il 2% degli aventi diritto: un vero e proprio flop. E non poteva essere altrimenti, perché se bisogna anche perdere del tempo in questioni burocratiche è chiaro che la gente magari non ne ha voglia. Comunque é di oggi l’assicurazione che il CGIE denuncerà questa situazione di grande disagio e nettamente anticostituzionale che vive solo chi risiede all’estero.

La sensazione finale resta comunque una: noi italiani all’estero non contiamo nulla, abbiamo un peso specifico pari allo zero. E il depotenziamento di Rai Italia con un palinsesto alquanto discutibile per chi ne fruisce (e anche la chiusura in pratica de ‘La giostra del gol’ per il campionato della massima serie) è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ben venga allora l’appello al governo del segretario generale del Cgie Michele Schiavone:”Urge un cambio di rotta nella scelta dei manager di Rai Italia…” Amen!!!

MIMMO PORPIGLIA