Si è svolta il 7 giugno l'Assemblea plenaria in videoconferenza del CGIE alla quale
hanno preso parte anche i Presidenti delle Commissioni permanenti Affari esteri delle
Camere, i Parlamentari eletti all'estero e alcuni dei responsabili per gli italiani all'estero
dei partiti presenti in parlamento, oltre al Direttore generale della DGIT del MAECI.
Oggetto del dibattito le elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es. e del CGIE annunciate per
il prossimo 3 dicembre, nonché la relativa legge e le modalità di voto. Al riguardo, il
segretario generale Michele Schiavone ritiene urgente fare chiarezza in merito al
processo organizzativo e alle modalità di svolgimento della tornata elettorale in
considerazione dell'incertezza del quadro generale, che vede la diffusione
disomogenea della pandemia nel mondo e della conseguente ridotta operatività delle
sedi consolari.
Il Segretario generale ha riferito di aver invitato il sottosegretario Della
Vedova a far sì che il Governo proceda a un'assunzione di responsabilità affinché le
consultazioni si svolgano in sicurezza e sia garantita la partecipazione di tutti gli aventi
diritto, così come previsto dalle proposte di legge di riforma degli organismi di
rappresentanza intermedia presentate dal Consiglio Generale nel novembre 2017.
"Oggi si chiede formalmente ai Presidenti delle Commissioni permanenti Affari esteri di
Camera e Senato – ha detto Schiavone –, a tutti i Parlamentari e ai responsabili dei
partiti di assumersi l'impegno di definire percorso, data e modalità per la convocazione
delle elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es., e quindi del CGIE, al fine di rendere
protagonisti i cittadini e favorire un'ampia partecipazione, specie nei Paesi in cui il
contagio non è domato".
Allo scopo di rafforzare la rappresentanza per integrare meglio le comunità nel mondo
nelle attività e nella vita del Paese, tre settimane orsono il CGIE ha presentato al
sottosegretario Della Vedova una risoluzione in cui si chiede: l'approvazione delle
riforme delle leggi istitutive di Com.It.Es. e CGIE; la convocazione delle elezioni della
rappresentanza di base nel rispetto dell'universalità della partecipazione al voto;
eventuale posticipazione delle consultazioni alla primavera 2022 nei continenti e Paesi
in cui la diffusione della pandemia compromette la mobilità; lancio immediato di una
massiccia campagna di comunicazione nel rispetto delle vigenti leggi sulla privacy;
adeguamento del personale della rete diplomatico-consolare per gestire la fase
elettorale; allineamento della normativa per le elezioni dei Com.It.Es. a quella per il
rinnovo dei Consigli regionali.
I Presidenti delle Commissioni permanenti Affari esteri del Senato della Repubblica e
della Camera dei Deputati, Vito Petrocelli e Piero Fassino, hanno considerato
ragionevole la richiesta di posticipazione delle elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es. alla
luce del variegato quadro pandemico che mette a rischio il corretto svolgimento delle
consultazioni in talune aree del pianeta e si sono dimostrati favorevoli all'opportunità,
qualora il Consiglio Generale si esprimesse in tal senso, di proporre un'iniziativa
congiunta, da sottoporre all'approvazione delle Commissioni da essi presiedute,
consistente nella richiesta al Governo di procrastinazione dell'appuntamento elettorale
alla primavera 2022. In particolare, l'onorevole Fassino ha sottolineato che tale
eventualità deve essere collegata unicamente all'andamento della pandemia e non alla
pur opportuna necessità di avviare l'iter parlamentare delle riforme delle leggi istitutive
degli organi di rappresentanza intermedia, mentre il senatore Petrocelli (che ha ribadito
la sua convinzione circa la necessità di mantenere l'inversione dell'opzione) ha
suggerito di sensibilizzare preliminarmente le Commissioni permanenti Affari
costituzionali di Camera e Senato, competenti in materia.
Nel corso del dibattito i Parlamentari eletti all'estero e i responsabili delle politiche per
gli italiani nel mondo dei partiti dell'arco costituzionale hanno evidenziato sensibilità
diverse rispetto all'ipotesi di procrastinazione del voto; hanno manifestato perplessità i
senatori Laura Garavini e Raffaele Fantetti, gli onorevoli Angela Fucsia Nissoli, Angela Schirò e Massimo Ungaro, nonché l'europarlamentare Paolo Borchia. Un'apertura in tal senso è invece pervenuta dal senatore Francesco Giacobbe, dall'onorevole Simone Billi, nonché da Roberto Menia e Luciano Vecchi, responsabili delle politiche per gli italiani nel mondo rispettivamente di Fratelli d'Italia e Partito Democratico.
Tutti hanno convenuto circa la necessità di avviare quanto prima un'efficace campagna
di comunicazione elettorale da veicolare attraverso i canali tradizionali e i social media
allo scopo di raggiungere ogni fascia di aventi diritto.
I Consiglieri del CGIE intervenuti e sei Presidenti dei Com.It.Es. presenti (per Zurigo
Lucio Alban, per Lione Angelo Campanella, per Stoccarda Tommaso Conte, per Madrid
Pietro Mariani, per i Paesi Bassi Ernesto Pravisano, per Hannover Giuseppe Scigliano)
hanno evidenziato l'opportunità di una riflessione circa le modalità di voto che porti
all'approvazione da parte del Parlamento delle riforme delle leggi istitutive degli
organismi di rappresentanza intermedia così come proposte dal CGIE poiché l'opzione
inversa rappresenta la causa principale della scarsa partecipazione; hanno altresì
sottolineato l'imprescindibilità del rafforzamento del personale della rete consolare allo
scopo di garantirle una corretta operatività. Hanno pertanto richiamato la politica e
l'Amministrazione ad assumersi una volta per tutte la responsabilità di determinare le
condizioni per il superamento delle criticità da sempre evidenziate dal Consiglio
Generale.
Da parte sua, il direttore generale della DGIT del MAECI Luigi Maria Vignali ha fatto
presente che l'Amministrazione degli Esteri ha il compito di applicare la legge e
pertanto, in previsione dell'indizione delle elezioni, ha già attivato la rete diplomatico-
consolare con l'obiettivo di ottenere la più larga partecipazione al voto e nell'intento di
valorizzare al massimo i Com.It.Es. e le associazioni all'estero.
In conclusione, il Segretario generale ha stigmatizzato lo scarso rispetto dimostrato
dalle istituzioni nei confronti delle comunità all'estero, i cui rappresentanti, costretti a operare nel quadro di leggi ormai obsolete risalenti in parte a trentacinque anni orsono,
agiscono in regime di volontariato e non possono quindi essere tacciati di
"attaccamento alla poltrona". Non essendo emersa una posizione univoca dal dibattito,
dunque, rileva comunque la necessità di produrre una mozione del CGIE, da
consegnare al Governo e alle Commissioni permanenti Affari esteri delle Camere, che
tenga conto dell'opinione prevalente emersa nel corso della discussione.