Tutto e il contrario di tutto. Poveri 5 Stelle. Quello che sembrava il cammino spedito dell’ex premier Giuseppe Conte alla guida del Movimento, si è già trasformato, prima ancora di partire, in una corsa tortuosa, disseminata di ostacoli. L'ultimo, addirittura, potrebbe rivelarsi fatale per le ambizioni dell’avvocato pugliese, minandone seriamente l’azione di “restyling”. In soldoni: Conte si trova in mezzo al guado. Da una parte deve fare i conti con i big del Movimento, ormai già con la testa alla fine della legislatura, quando scadranno i due mandati elettivi previsti dal “verbo pentastellato” e quindi, in concreto, anche la propria carriera politica; dall'altra il garante dei 5Stelle, Beppe Grillo, che di terzo mandato proprio non vuole sentire parlare (anche nelle ultime ore l’ex comico genovese ha posto il veto su questa possibilità). Risultato: in attesa del varo del nuovo statuto, una parte dello schieramento grillino è in forte pressing su Conte per ottenere la terza chance di sedersi su un comodo seggio del Parlamento (ma non erano loro quelli che volevano aprirlo come una scatola di tonno, quelli che “la politica non è un mestiere”?); dall'altra, però, c'è chi, come Grillo - che pure ha scelto di puntare su Conte per la difficile opera di rilancio di un Movimento sempre più in crisi di identità - non è, tuttavia, d'accordo sull'ipotesi terzo mandato. Ecco allora profilarsi una nuova spaccatura, dopo il divorzio da Rousseau con l’ex premier preso tra due fuochi. Chi la spunterà e soprattutto: cosa non si fa per sopravvivere?