Di Federica Fantozzi

In fondo a destra e sotto i bacioni (purtroppo) c’è la cronaca nera. L’investimento sul governo, e in prospettiva sul prossimo inquilino del Quirinale, non bastano. Salvini scommette sul futuro, ma si ritrova in un presente amaro: superato per la prima volta in un sondaggio dalla “destra di opposizione” di Giorgia Meloni, ma anche dal Pd “sinistra sociale” di Letta. Doppio sorpasso e doppio smacco a cui porre rimedio.

E da qualche parte tocca ripartire. Dal lato politico, con la manifestazione del 19 giugno a Roma, dove i poster ospiteranno la sua faccia su sfondo tricolore, ma nessun simbolo di partito: l’acceleratore sulla federazione di centrodestra. Dal lato propagandistico, invece, ecco il ritorno in grande spolvero degli istinti da vellicare, soprattutto ora che l’estate scalda gli animi.

Il primo colpo, senza silenziatore, l’ha battuto sulla brutta storia di una donna 90enne violentata nel Comasco da un senzatetto di origini nigeriane: “Servono porti chiusi, espulsioni, certezza della pena. Che dice il Viminale?”. Gli ha fatto eco Nicola Molteni, che all’Interno è sottosegretario: “Una barbarie, violenza feroce inaccettabile. Ora venga fatta giustizia. L’immigrazione clandestina va bloccata alla partenza perché genera insicurezza, criminalità e violenza”. La cronaca nera è stata un bacino inesauribile per il salvinismo d’antan (prima della conversione sulla via di Draghi): la sparatoria di Macerata, l’omicidio di Desirée a Roma, lo stupro sulla spiaggia di Rimini. Manette, gattabuia, castrazione chimica e non, blocco androgenico, “marciscano in galera”: strumenti collaudati di quel lessico. Tranne quando i presunti violentatori sono Carabinieri, come nel caso delle due studentesse americane di Firenze: lì albergano i “dubbi” e la faccenda diventa “molto, molto, molto strana”:

Si riparte dal populismo di governo in chiave acchiappa-consensi. Infilandolo però giocoforza nei pertugi lasciati dalla “totale sintonia” con Draghi. Missione non semplice. E dunque: immigrazione (nel mirino Lamorgese), vaccini (Speranza), tasse e giustizia (un colpo al cerchio e uno alla botte). Tornano il bel tempo, le vacanze, i gommoni a Lampedusa. La Germania comincia a rispedire in Italia i “dublinanti” approdati qui. L’ultimo vertice europeo sulla ricollocazione dei migranti si è concluso con un nulla di fatto. Di carne da mettere al fuoco – o al rogo - ce n’è. Ma nella strategia balneare del leader leghista – che batterà palmo a palmo le coste, a partire dal litorale del Lazio a braccetto con Michetti – non c’è solo il cavallo di battaglia degli sbarchi. La campagna vaccinale per i ragazzi, dopo la morte della 18enne ligure: “Stop, sulla salute dei nostri figli e nipoti non si scherza”. Del resto, sul tema la posizione ondeggia: ha detto che aspettava il suo turno per vaccinarsi e non saltava la fila, che lo avrebbe fatto se il medico glielo consigliava, infine (dieci giorni fa da Lilli Gruber) di essersi prenotato ma curiosamente di non avere una data fissata. Insomma, Salvini non si spertica per vaccinarsi, come Michetti mostra “rispetto” verso i no-vax.

I due sabato prossimo condivideranno il palco della Bocca della Verità. La grande mobilitazione romana intitolata “Prima l’Italia. Bella, libera, giusta. Si riparte!”. Dopo l’anno pandemico, la Lega torna in piazza ma senza il suo simbolo. Parlamentari e dirigenti convocati, banchetti informativi sui quesiti referendari. Obiettivo: festeggiare le riaperture, certo, ma anche raccogliere un milione di firme sulla giustizia. In sintesi: il capo di uno dei principali partiti di governo chiama a raccolta per sostenere un’iniziativa parallela (eufemismo) al tavolo del Guardasigilli Cartabia e accolta con freddezza da premier e resto del governo.

Un bel corto circuito per chiunque, ma non per Salvini l’equilibrista. Che ha messo un freezer il dualismo di lotta e di governo. Ma non può scendere sotto un certo tasso di comunicazione “viscerale”. Quella della gogna social alimentata dalla Bestia per le ragazze che lo contestavano a una manifestazione. O quella più innocua del “vinci un caffè con Matteo”. Va detto che il Capitano ha resistito per mesi al “richiamo della foresta”. Il doppio sorpasso però si è rivelato fatale. Federatore di giorno e populista di sera. Su tutte le spiagge dal Tirreno all’Adriatico, ma non sarà un’estate riposante.