di Matteo Forciniti

L’incredibile carriera calcistica di Sebastian “el Loco” Abreu, 44 anni, è giunta al termine costellata da un impressionante e irraggiungibile record mondiale: in 26 anni di attività sono state ben 31 le  squadre con cui ha giocato questa leggenda del calcio sudamericano, un bomber con la valigia sempre in mano che era anche l’ultimo calciatore ancora in attività ad aver affrontato Diego Armando Maradona.

“Ho una strana, bellissima sensazione” ha dichiarato al termine della sua ultima partita con il Club America giocata per uno strano scherzo del destino proprio contro il Liverpool Belvedere, la stessa squadra contro cui esordì nel mondo dei professionisti. “Me ne renderò conto quando tornerò a casa. Sapendo che non c’è più da programmare il fine settimana in base all’allenamento del lunedì o in base alla prossima partita. Se inizio a guardare indietro arrivano i momenti malinconici. Il giorno è arrivato, me ne vado” aveva annunciato qualche giorno prima Abreu, più di un quarto di secolo in campo, 430 gol segnati in 11 nazioni, soprattutto in Sud America.

Il record dei club era arrivato nel 2018 con la sua ventiseiesima maglia indossata, un percorso proseguito fino al raggiungimento della storica trentunesima squadra. Un’avventura, questa, che ha toccato continenti e latitudini diverse cominciata in patria con il Defensor Sporting a cui sono poi seguite Nacional, Central Español, Boston River e Sud America. Con il Nacional, la sua squadra del cuore in Uruguay, ha avuto cinque diverse esperienze.

Nella sua traiettoria ci sono anche tre club argentini -San Lorenzo, River Plate e Rosario Central- e sei club brasiliani: Gremio de Porto Alegre, Botafogo (con cui ha raggiunto il punto più alto della sua carriera), Figueirense, Bangu, Rio Branco e Athletic Club.

Pur senza aver mai trionfato del tutto, “el Loco” è stato anche protagonista in Europa tra Deportivo La Coruña e Real Sociedad (Spagna), Beitar Jerusalem (Israele) e Aris Salonika (Grecia).

Molto nutrita è stata la sua presenza in Messico dove ha giocato per i Tecos de Guadalajara, Cruz Azul, América, Dorados de Sinaola, San Luis, Monterrey e Monterrey Tigers.

Da segnalare, infine, le esperienze fatte in Ecuador (Aucas), Paraguay (Sol de América), Salvador (Santa Tecla) e Cile dove ha difeso i colori di Deportes Puerto Montt, Audax Italiano e Deportes Magallanes.

Ma a parte questi 31 club, la leggenda del “Loco” Abreu è inevitabilmente legata a un episodio vissuto nel 2010 con la Celeste, l’unica maglia a cui è rimasto fedele dal ‘96 al 2012 collezionando 70 presenze e 26 gol. Fu ai quarti di finale contro il Ghana dei Mondiali del Sud Africa che il numero 13 dimostrò il suo carattere folle e imprevedibile stupendo tutti con un cucchiaio magistrale nel rigore decisivo che portò l’Uruguay alle semifinali dopo quarant’anni in una gara pazzesca. Il suo più grande successo arrivò l’anno dopo, nel 2011, con il trionfo nella coppa America del 2011 dove però si ritrovò ad affrontare una forte concorrenza con Diego Forlan, Edinson Cavani e Luis Suarez.

Dopo il ritiro il prossimo passo di Abreu sarà quello dell’allenatore, un ruolo già ricoperto in due occasioni tra il 2019 e il 2020 prima al Santa Tecla (Salvador) e poi in Uruguay al Boston River.