di Stefano Ghionni

Poveri 5 Stelle. Il taglio delle poltrone dei parlamentari è stata una loro idea. Così come il “no” al terzo mandato, uno dei cavalli di battaglia storici del Movimento. Ebbene, ora, proprio a causa di quelle stesse “idee”, i pentastellati rischiano di finire decimati. Sì, perché se si votasse domani, tra senatori e onorevoli incandidabili (dal momento che sul groppone hanno già due legislature), il crollo vistoso nei sondaggi, il numero ridotto di seggi e il “repulisti” annunciato dal leader in pectore del Movimento, Giuseppe Conte (l’ex premier è deciso a rinnovare la classe parlamentare inserendo fedelissimi pescati dalla società civile), la maggior parte dei “rappresentanti del popolo” di fede grillina, rischierebbe seriamente di rimanere a casa.

Fatta eccezione, infatti, per il ripescaggio dei cosiddetti “meritevoli” - si fanno i nomi dei soliti noti, vale a dire i vari Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, più alcuni attuali e passati ministri dei governi gialloverde e giallorosso - i superstiti che potranno essere candidati nuovamente per una poltrona a palazzo Madama e Montecitorio, si contano veramente sulle dita di una mano. L’analisi, fatta dal quotidiano “Il Giornale” e ripresa anche dal sito Dagospia, è a dir poco spietata e prevede uno sfoltimento massiccio della truppa. Calcolatrice alla mano, c'è chi stima che dell'attuale esercito di 237 parlamentari a 5Stelle al prossimo valzer elettorale, potrebbero rimanerne si e no una trentina.

Diverse fonti interne al M5S riportano addirittura la preoccupazione per possibili fughe in avanti da parte di chi, in questo momento, si sente con l'acqua alla gola e mira almeno a conservare la parte dello stipendio destinata alle restituzioni. Insomma: se proprio devono perdere la poltrona, che almeno conservino gli emolumenti. Tradotto in soldoni: nei prossimi mesi, qualora – come sembra – dovesse essere confermata la deroga al limite dei due mandati solo per pochi big, c’è il rischio concreto di un “fuggi fuggi” generale dalle fila del Movimento. Stando ai soliti beninformati di turno, tra gli approdi più appetibili svetta sicuramente Fratelli d'Italia, partito dato in forte ascesa un po’ in tutti i sondaggi e meta ambita soprattutto per i tanti eletti meridionali grillini.