Gente d'Italia

Il Comites di Montevideo ancora diviso rimanda la decisione​ sul comunicato per il caso di Luca Ventre

di Matteo Forciniti

 

La morte di un cittadino italiano avvenuta all’interno dell’Ambasciata di Montevideo non merita troppi approfondimenti, non merita una presa di posizione netta nella richiesta di giustizia. Neanche dopo l’intervento del medico della Procura di Roma che ha parlato chiaramente di morte violenta dovuta a un’asfissia meccanica violenta.

 

Sul caso di Luca Ventre​ è andata in scena l’ennesima figuraccia da parte di un gruppo di consiglieri del Comites di Montevideo guidati da Aldo Lamorte, ex coordinatore del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero). Per loro le uniche parole da esprimere su questa drammatica vicenda consumatasi il primo gennaio sono le condoglianze alla famiglia e nient’altro. Guai a parlare di responsabilità dirette e poliziotti violenti perché “qui non si tratta di diritti umani” ma “sono temi diplomatici su cui noi non possiamo entrare”. Alla faccia di chi è stato eletto dai cittadini italiani in Uruguay per rappresentarli (e tutelarli) di fronte alle autorità diplomatiche e consolari.

 

Con questa motivazione il Comites di Montevideo ha rimandato la decisione su un comunicato che avrebbe dovuto chiedere giustizia sulla morte del 35enne italiano. Sulla vicenda si è già espresso molto duramente il Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) di cui lo stesso Lamorte fa parte come nominato dal precedente governo.

 

“Il caso Ventre è stato un tema tragico ma estremamente complesso. Su questo ragazzo si è detto di tutto dalla droga ai problemi personali, se aveva bisogno avrebbe potuto chiedere aiuto all’Aiuda o al Comites. Noi non possiamo entrare in un ambito politico che riguarda le relazioni tra Italia e Uruguay” ha affermato all’inizio della seduta Lamorte supportato dagli altri due consiglieri Patricia Bardini e Pascual Micucci. La loro posizione, fedelmente riportata qui, dimostra come in alcuni casi la rappresentanza viene meno ai suoi doveri diventando inutilmente servizievole. ​

 

“Alla luce delle ultime notizie arrivate dalla Procura di Roma” -ha osservato il presidente Alessandro Maggi- “è opportuno che il Comites, come organismo di rappresentanza, adesso intervenga seguendo il Cgie per chiedere al Ministero degli Esteri che si faccia piena luce su quanto accaduto affinché vengano chiarite tutte le responsabilità di questa morte”. Sulla stessa posizione si è espressa Filomena Narducci insieme ad altri consiglieri: “Al di là della colpa di questa persona di aver attraversato il cancello resta il fatto che un uomo disarmato e in atteggiamento pacifico -come si vede dai video- è morto dopo essere entrato nella nostra Ambasciata. Qui c’è un tema di diritti umani e un’evidente contraddizione tra le indagini che si stanno svolgendo in Uruguay e quelle in Italia. Il Comites deve intervenire per chiedere giustizia”.

 

Bocciato nelle sue parti più dure dove parlava delle responsabilità del poliziotto, il presidente Maggi ha promesso di riscrivere a breve il comunicato nel quale il Comites prenderà finalmente una posizione sulla vicenda di Luca Ventre.​

 

 

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