Si è tenuta presso la Commissione Esteri alla Camera dei deputati l’audizione dei rappresentanti di FederEsuli che raggruppa le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Nel corso dell’audizione il Presidente di FederEsuli Giuseppe De Vergottini ha ricordato come oggi ci si muova in un clima di maggiore flessibilità e di dialogo più facile essendosi verificati fatti politici che hanno migliorato i rapporti tra Italia e Paesi confinanti lungo il confine nordorientale. E’ stato a tal proposito ricordato l’ingresso di Slovenia e Croazia nell’UE oltre alla visita del 13 luglio 2020 a Basovizza da parte dei Presidenti delle Repubbliche italiane e slovene. “Non possiamo solamente pensare alle recriminazioni del passato e di un vissuto terribile, dal 43 al 47: siamo favorevoli alla memoria condivisa che non sia rinuncia alla nostra storia”, ha spiegato De Vergottini ricordando l’organizzazione delle nostre comunità sul territorio sloveno e croato. Si è parlato del problema del bilinguismo in questi territori, sulla cartellonistica a volte non si trova il toponimo in lingua italiana, nonché dei circa 35mila cittadini italiani e dell’insegnamento dell’italiano negli istituti di italianistica a Pola, Fiume e Zara. Il Presidente di FederEsuli ha evidenziato il lavoro fatto dalle associazioni italiane e dalla Dante Alighieri per rimettere insieme le comunità e riorganizzarle, tuttavia in alcune città gli italiani non ci sono più. “Ad oggi la Federazione conta più di 20 associazioni di esuli e discendenti di questi. I finanziamenti triennali permettono di vagliare i progetti per perseguire gli obiettivi fissati dalla legge istitutiva”, ha spiegato De Vergottini precisando che oggi però c’è un problema con la previsione di questo finanziamento triennale. Con Unione Italiana ci sono dei progetti comuni, per esempio legati all’anno dantesco. De Vergottini poi ha chiesto il riconoscimento e l’identificazione di tutti i luoghi che hanno visto episodi di pulizia etnica negli anni dell’immediato dopoguerra sul fronte nordorientale più uno spazio stabile al Vittoriano dedicato alla memoria degli esuli. E’ stata inoltre ricordata la richiesta della revoca al dittatore comunista Tito dell’onorificenza che fu conferita dall’Italia: “il fatto che ci sia una norma che intenda la revoca possibile solo a persone vive penso sia un qualcosa di interpretabile e anche superabile”, ha spiegato De Vergottini evidenziando anche la questione della medaglia al gonfalone di Zara di fatto in sospeso nonostante il decreto già ci sia da diversi anni. “Le questioni di Zara e Tito sono prerogative della Presidenza della Repubblica. Dobbiamo compiere atti che non riaprono ferite, in accordo con autorità degli altri Paesi per consolidare i rapporti”, ha precisato il Presidente della Commissione, Piero Fassino. Vito Comencini (Lega) ha ricordato la decisione di Verona di apporre una targa in memoria di Norma Cossetto. Sul risarcimento e l’indennizzo per i discendenti degli esuli, Comencini ha ricordato che quando Slovenia e Croazia hanno deciso di entrare in UE hanno pattuito anche questo aspetto: spetterà ad una fondazione la gestione di questi indennizzi. Paolo Formentini (Lega) ha invitato ad andare oltre alla storica divisione tra persone rimaste in quei territori e gli esuli” , ha spiegato Formentini auspicando che in Istria e Dalmazia sia parlata la lingua italiana.