DI FABIO PORTA 
La pandemia ci sta mostrando, ancora una volta, che il nostro mondo continua ad essere drammaticamente ingiusto e diseguale: da una parte i Paesi ricchi, dall'altra quelli poveri; in mezzo i cosiddetti "emergenti", dove forse le sperequazioni tra ricchi e poveri sono ancora più stridenti. È quello che sta succedendo con la campagna di vaccinazione, un diritto che dovrebbe essere universale ma che nei fatti viene assicurato prima a coloro che vivono nella parte più fortunata del pianeta e dopo a tutti gli altri. E così, mentre in Italia si diffonde gradualmente l'ottimismo per una "immunità di gregge" sempre più vicina (si stima che entro settembre sarà già vaccinato il 70% della popolazione) in altre aree del mondo, come il Sudamerica, questa prospettiva appare ancora lontana.
Anche le prossime elezioni dei Comites, previste per l'inizio di dicembre di quest'anno, potrebbero essere condizionate dalla persistenza dei contagi se non da una possibile "terza onda" che metterebbe in serio pericolo il lavoro del personale dei consolati ma anche l'organizzazione stessa della presentazione delle liste e la campagna elettorale. Non ci resta che attendere qualche mese per sapere se la situazione si avvierà verso un miglioramento, come tutti auspichiamo, o al contrario verso un temuto peggioramento con tutte le conseguenze che andrebbero attentamente valutate.
Altro aspetto collegato alla pandemia e alla speranza di un pieno ritorno alla normalità, almeno nelle relazioni e negli scambi tra l'Italia e il resto del mondo, è quello relativo alla mobilità degli italiani che vivono all'estero. Non sono ammissibili discriminazioni tra italiani che vivono in Europa e connazionali residenti negli altri continenti; come ho più volte avuto modo di affermare, raccordandomi con le nostre autorità diplomatiche, i cittadini italiani iscritti all'AIRE – sottoponendosi a tutti i protocolli di sicurezza necessari – devono avere la possibilità di raggiungere il proprio domicilio o abitazione in Italia come anche i parenti di primo e secondo grado.
Ugualmente chiediamo disposizioni chiare e urgenti sulla possibilità per tutti coloro che si sono vaccinati di poter viaggiare, presentando ovviamente il relativo certificato rilasciato dalle autorità locali. Piccoli ma indispensabili passi verso la ripresa della circolarità e della mobilità tra l'Italia e i suoi figli sparsi in tutto il mondo, ai quali dobbiamo rispetto e attenzione soprattutto in un momento come questo, pieno di fragilità e incertezze.
Fabio Porta