Spettacoli teatrali, letture e performance trasmesse gratuitamente in streaming per raccontare il patrimonio immateriale dei popoli originari di Messico e Cile. È il cuore di Feyentun, un festival cominciato in questi giorni e online fino al 4 luglio sul sito della compagnia cilena Kimvn, che si definisce “gruppo multidisciplinare impegnato nella tutela e nella promozione di memoria e diritti umani”.

La rassegna si tiene in concomitanza con il mese di Wexipantü-Inti Raymi-Machaq Mara, dai diversi nomi con i quali i popoli mapuche, inca e aymara definiscono le celebrazioni per il nuovo anno, o ciclo, che inizia con il solstizio d’inverno dell’emisfero australe, il 21 giugno. L’iniziativa è finanziata dal Fondo de Fomento y Desarrollo de las Artes Escénicas e il ministero della Cultura cileni.

Feyentun è una parola in lingua mapuche che vuol dire “credere”. Secondo i promotori della rassegna, tra i quali ci sono compagne teatrali messicane e cilene, il festival vuole essere “una piattaforma artistica che promuove la valorizzazione reale del patrimonio immateriale dei popoli originari, toccando temi di rilevanza culturale come l’identità nativa nei contesti urbani, il meticciato, la difesa della terra e dell’ambiente, i diritti umani, la lingua e la cosmovisione”.

Tra le attività previste ci sono incontri con autori e artisti a cui sono stati dati titoli bilingue. Quattro le culture originarieche verranno coinvolte in modo particolare durante il festival: mapuche, il popolo originario più popoloso del Cile, i selknam, della Terra del fuoco, gli aymara, delle Ande, e i maya, dell’America centrale.