DI MARCO FERRARI

L’Italia riparte dalla cultura e dal turismo. “Pompei dimostra che quando l'Italia si organizza è in grado di raggiungere ottimi risultati. Pompei dimostra che il nostro Paese può vincere la sfida del Recovery Plan. Una storia esemplare di un successo possibile, che sia l'Unesco che l'Unione Europea hanno riconosciuto come modello": è quanto sostiene Dario Franceschini, il ministro della Cultura, che gioca la carta della credibilità della svolta che dal 2013 a oggi si è consumata ai piedi del Vesuvio per dare forza al progetto cultura inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una sfida da 6,675 miliardi di euro che deve "incrementare il livello di attrazione del sistema turistico e culturale del Paese" puntando sul patrimonio, rigenerazione dei piccoli siti, sicurezza sismica, industria creativa e sui grandi attrattori culturali. Il PNRR, inserito all’interno del Next Generation EU, destina oltre 6 miliardi di euro alla Cultura, attraverso le misure raccolte all’interno della Missione 1 del testo (alla voce digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), finalizzate principalmente a “incrementare il livello di attrattività del sistema culturale e turistico del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali”. La cifra totale è composta da 4.275 miliardi di euro di investimenti, a cui si sommano nel Fondo Complementare gli investimenti del Piano Strategico Grandi attrattori culturali, per 1.460 miliardi di euro, destinati al recupero di 14 siti d’interesse sul territorio italiano. “La cultura darà un grande contributo alla ripartenza del Paese” ha commentato il Ministro della Cultura. 

Tra i principali indirizzi la conservazione e la tutela del patrimonio, la messa in sicurezza, l'efficientamento energetico e la digitalizzazione dei beni culturali con la Digitaly Library. Ancora risorse per progetti nuovi: un piano nazionale dei borghi da un miliardo, la protezione e valorizzazione dell'edilizia rurale con 600 milioni e la valorizzazione di parchi e giardini storici, con 300 milioni. Attenzione massima anche alle attività di produzione cinematografica e alla transizione digitale e verde grazie agli operatori culturali. Importante sarà anche ridurre l’impatto ambientale degli eventi culturali. Con il titolo “industrie culturali e creative 4.0, sviluppo dell’industria cinematografica: da cinecittà al centro sperimentale”, questa misura comporta un finanziamento di 455 milioni di euro e si articola in due linee guida: la crescita industria cinematografica e investimenti nel settore cinematografico e audiovisivo per migliorarne la competitività. Era atteso da tempo il potenziamento degli studi cinematografici di Cinecittà per migliorare il livello dell’offerta produttiva e della digitalizzazione, aumentare la capacità di attrazione delle produzioni nazionali, europee e internazionali. L’investimento prevede inoltre il rilancio delle attività formative, della digitalizzazione e dell’efficientamento energetico della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e un potenziamento della Cineteca Nazionale. Spazio anche agli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde (155 milioni di euro). Si tratta di un piano di interventi per favorire la ripresa dei settori culturali e creativi, promuovendo la domanda e la partecipazione culturale, incentivando l’innovazione e la transizione tecnologica e green degli operatori culturali.

L’esempio di Pompei è lampante, secondo Franceschini: “Una storia di rinascita e riscatto, un modello per tutta Europa per la capacità di spesa dei fondi europei e per l'accoglienza. Oggi si scava, si fanno ritrovamenti straordinari, si aumentano i servizi, c'è un percorso che ha eliminato tutte le barriere architettoniche, si fa musica di grandissima qualità nei luoghi che possono ospitarla e potrei continuare". In questa ottica il Ministero ha promosso Gabriel Zuchtriegel da Pestum a direttore del parco Archeologico di Pompei. Il giovane Zuchtriegel è nato nel 1981 a Weingarten, città della Repubblica Federale Tedesca, ma dal 2020 possiede la doppia cittadinanza italiana. Ha studiato archeologia classica, preistoria e filologia greca a Berlino, Roma e Bonn. È stato borsista dell’Istituto Archeologico Germanico e della Fondazione Alexander von Humboldt, che nel 2012 l’ha portato all’università della Basilicata per un progetto di ricerca triennale sulla colonizzazione greca lungo la costa ionica. Ha insegnato presso gli atenei di Bonn, Matera, Napoli Federico II e Salerno.

Nel 2015, ha collaborato nel Grande progetto Pompei quale membro della Segreteria tecnica di progettazione. Da novembre 2015 dirige il Parco archeologico di Paestum, al quale nel 2020 si è aggiunto il sito di Velia, ambedue iscritti nella lista del patrimonio Unesco. Per Pompei è stato scelto tra i 44 candidati, di cui 10 di origine straniera, che si sono sottoposti al vaglio della commissione presieduta da Marta Cartabia, presidente emerita della Corte costituzionale e attuale ministro della Giustizia.