Quella di oggi potrebbe essere il giorno che può portare al definitivo crollo del MoVimento 5 Stelle. Già, perché l’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore della galassia pentastellata, terrà una conferenza stampa in cui in pratica dirà se accetterà le condizioni poste da Beppe Grillo o deciderà di farsi da parte dal M5S, magari optando per la creazione di un nuovo partito. Certo è che fino alla fine i pontieri cercheranno di trovare una quadra tra i due, affinché non inizi una crisi senza precedenti. Ieri tra i due c’è stata una telefonata che, secondo fonti parlamentari, apre a una trattativa, con Grillo che cederebbe su alcuni punti (come la comunicazione) mantenendo la funzione di garante. Ma le distanze, al momento, restano: le tensioni restano, la strada resta in salita. Ma è inutile negare che all’interno del MoVimento c’è grande fermento e ovviamente c’è chi parteggia per l’avvocato del popolo e chi per il comico ligure. Ma in questa ‘battaglia intestina’, chi sta con chi? Con il fondatore ci sono l’intransigente Carla Ruocco e l’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Ma anche l’ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il capogruppo alla Camera Davide Crippa e il deputato Angelo Tofalo. Ovvio che con Grillo ci sono i ‘MoVimentisti’ più duri e puri, quelli che non vogliono andare oltre il secondo mandato. Con Conte si sono schierati il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna e il capogruppo a Palazzo Madama Ettore Licheri, che nei giorni scorsi sono stati anche a casa dell’ex primo ministro. L’appoggio comunque non può mancare neanche dall’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, anche perché fu proprio lui a segnalare l’avvocato come possibile presidente del Consiglio all’epoca del governo con la Lega. Ma in tutto questo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con chi starebbe? Non ha preso alcuna posizione al momento, forse per via del ruolo istituzionale che ricopre. Ma i più maligni dicono per una questione di opportunità e vedere quello che succede. Più di chiedere unità, non ha fatto. Stesso discorso per il presidente della Camera Roberto Fico, che ufficialmente non ha preso posizione né per l’uno né per l’altro. Anche se, sotto sotto, non gli dispiacerebbe che passasse la linea di Grillo.