Le misure restrittive imposte dalla pandemia stanno provocando effetti devastanti in molti settori. Tra questi quello della musica è senz'altro uno dei più colpiti senza concerti e senza spettacoli che significano la perdita di lavoro per tantissime persone. A causa dell'aumento dei contagi da Covid 19 da metà marzo in Uruguay ci sono una serie di misure restrittive -oggi diventate molto più blande- tra cui la sospensione degli spettacoli e gli eventi sociali che durerà ancora per qualche giorno come ha stabilito l'ultimo decreto: a partire dal prossimo 5 luglio, e sotto un rigido protocollo sanitario, gli spettacoli potranno tornare in 16 su 19 dipartimenti del paese mentre Montevideo e Canelones dovranno attendere fino al 15 luglio.

Gli effetti di questa crisi si stanno facendo sentire anche all'interno del mondo italiano in Uruguay che resta in attesa di poter tornare con la speranza riposta in una campagna di vaccinazione molto avanzata che sta iniziando a far sentire i suoi primi effetti nei numeri.

Protagonista delle tradizionali feste della collettività italiana nella parte musicale, il maestro Enrique Gomez racconta che oggi affronta "come tutti grandi difficoltà" avendo rinunciato a una parte importante delle sue attività: "C'è una crisi drammatica, la situazione è molto complicata. Le nostre associazioni sono piccole realtà e quando torneranno ad aprire non potranno permettersi il lusso di mantenere una capacità ridotta perché hanno urgente bisogno di ritornare a guadagnare". "Personalmente" -prosegue Gomez- "in questo periodo ho la fortuna di poter contare su altri ingressi e sui risparmi ma per molti non è così, tante persone con famiglie a carico hanno dovuto abbandonare la musica per cercare altri lavori. Alcuni prendono il sussidio concesso dal Comune di Montevideo ma è una cifra irrisoria, sono solo 6mila pesos. Il governo ha fatto qualcosa per gli altri settori ma la cultura è stata completamente abbandonata".

"I nostri diritti sono stati calpestati" dice amaramente Leo Ferraro, conosciuto come Zingabeat, dj e produttore calabrese tra i referenti della scena funk e afrobeat in Uruguay. "Molti artisti che vivono dei concerti dal vivo sono stati fortemente penalizzati, in tutti questi mesi per noi non ci sono state soluzioni, non c'è stato niente. All'inizio della pandemia per me è stato un momento di riflessione, ne ho approfittato per dedicarmi alla produzione e creare brani che prima non potevo fare dato che stavo sempre in giro quindi da questo punto di vista sono molto contento anche se oggi si sente molto la mancanza dei concerti. Sono stato anche fortunato perché, a differenza di altri, almeno ho potuto fare qualche serata nel periodo estivo". "La musica è un grande strumento di trasformazione" sostiene il dj cercando di essere ottimista nonostante le difficoltà. "È fondamentale che continui a crescere in un contesto in cui abbiamo bisogno di continuare ad ascoltare e condividere musica, dobbiamo continuare a credere nei nostri sogni".

Ogni crisi può portare anche un'opportunità: insiste su questo concetto Ivan Pantarelli, produttore musicale di tango e non solo nato a Firenze. "Molti stanno approfittando del periodo per aggiornarsi sull'uso delle nuove tecnologie e portando avanti investimenti personali che prima non potevano fare per mancanza di tempo. Insomma, bisogna aggiornarsi per necessità". "Sia chiaro" -precisa- "per la musica il periodo del Covid è un'ecatombe, la situazione era già difficile prima figuriamoci adesso. Molti hanno mollato e soffrono maledettamente la dipendenza dal palco. Eppure, nonostante questo panorama negativo, molte dinamiche stanno sopravvivendo specialmente quelle con un funzionamento interno democratico". Anche lui racconta di aver approfittato del periodo per dedicarsi a un progetto che è stato molto soddisfacente, un'orchestra di tango che "è riuscita a raggiungere ottimi livelli" attraverso le prove su Zoom. "Tra poco" -conclude- "quando sarà possibile ritornare bisognerà provare a investire sulla qualità, ci sarà un piccolo boom quindi servirà tanta innovazione".

di Matteo Forciniti