Di STEFANO GHIONNI

Sempre più alla deriva, come una barca in balia delle onde. Preda di una guerra per la leadership che minaccia di non fare prigionieri. La crisi del MoVimento appare irreversibile. Dopo il doppio “botta e risposta” tra Giuseppe Conte, leader in pectore dei 5S, e Beppe Grillo, il garante e (co) fondatore del partito pentastellato, in casa 5Stelle regna il caos più totale. Schiarite, all'orizzonte, non se ne vedono e tutti assistono alla diatriba col fiato sospeso. Chi la spunterà tra i due? Conte riuscirà ad imporre la propria linea, facendo votare lo Statuto che ha proposto lui? Oppure la spunterà Grillo, mettendo il professore all'angolo e convocando una votazione (sulla piattaforma Rousseau) sul nuovo statuto, riveduto e corretto secondo le sue indicazioni? Ieri tra l’ex reggente Luigi Di Maio e l'avvocato pugliese, è andato in scena un incontro durato oltre un'ora, svoltosi nell'abitazione romana dell'ex premier. Il ministro degli Esteri avrebbe voluto incontrare Conte per un'ultima disperata mediazione, dopo lo scontro all'arma bianca con Grillo degli ultimi giorni. Nel Movimento infatti si spera ancora nella possibilità che possa esserci un'ultima negoziazione, un'intesa al fotofinish per evitare quella frantumazione che in tanti temono possa dichiarare la morte cerebrale del M5S. Indubbiamente la rottura con il comico genovese, quella definitiva, stante così le cose, appare veramente ad un passo. Sullo sfondo ci sono i parlamentari che assistono come spettatori impotenti alla battaglia. Si mormora che almeno in 150 (per la maggior parte senatori), sarebbero pronti a seguire Giuseppe Conte qualora questi decidesse di sbattere la porta e dire addio al progetto di rifondazione del Movimento, uscendo dai giochi e andando a fondare un altro partito a sua immagine e somiglianza. A conferma dei malumori pentastellati e del terremoto che sta scuotendo le fondamenta del M5S ecco, infine, arrivare la doccia fredda dalla Capitale: quattro consiglieri comunali pentastellati della cosiddetta “fronda” hanno deciso di uscire dall'assemblea capitolina, mettendo in minoranza la sindaca Virginia Raggi. Insomma: peggio che andar di notte. Se non è il de profundis, poco ci manca. Intanto ieri il capo politico del M5s Vito Crimi ha comunicato al garante Beppe Grillo di aver avviato giovedì mattina tutti gli adempimenti necessari per lo svolgimento delle votazioni per il comitato direttivo: dalle modalità e tempistiche per la presentazione delle candidature alle verifiche dei requisiti e ai modi per lo svolgimento della votazione, ribadendo che si procederà al voto utilizzando lo strumento di voto messo a disposizione da SkyVote. E non dunque su Rousseau come chiesto proprio da Grillo. Un vero guanto di sfida per il comico. Come reagirà ora?