di Enrico Pirondini

M5s, che futuro aspetta i grillini? Riflessioni in libertà dopo la conferenza stampa di Conte in cui l’ex premier ha dato l’ultimatum al comico. O tu o io.

1 – Giuseppi ha seppellito un decennio di dilagante retorica. Ha detto “ basta ! “ all’imperante e caciarona anti politica. Fine dei “ vaffa “. Ha detto: “ È venuta l’ora della Politica con la “P “ maiuscola “. Cioè fuori i dilettanti, gli improvvisati, i competenti. Ha umiliato l’Elevato.

Conte ha alzato la posta. Sta cercando di “ degrillizzare” il Movimento. Usando toni insoliti, perentori.

Più di quelli riservati a Salvini al tempo della crisi del governo giallo verde ; più esplicito ed energico di quanto ha sbattuto in faccia a Renzi che poi ha portato alla caduta dell’esecutivo giallorosso .

Ha quindi aggiunto, tanto per essere più chiaro: ”Grillo decida  se essere genitore generoso o il padre padrone“. Frasi dure, secche, crepitanti. E poi, per non sembrare il cinico quale è, ha inondato il Tempio di Adriano di camomilla leguleia. “A Beppe dico che non ne faccio una questione personale, lui sa bene che ho avuto e che ho rispetto per lui. Ma non possono esserci ambiguità“.

Giuseppi mi ricorda  quegli avvocati d’affari – col pelo sullo stomaco – che approfittano di una azienda in fallimento ( “Il Movimento è in declino “ ) per assumerne il controllo a scapito del fondatore che l’ha creata.

2 –  Grillo è stanco. Deluso. E ha  pure scoperto di “ tenere famiglia “. Nel contempo è anche furioso. Dicono che a caldo abbia sparato una delle sue. E cioè: “Non prendo ordini da quell’arrogante”.

Vero, falso? Diciamo: è probabile. Di certo non ha gradito l’ultimatum di Conte (“Pieni poteri o me ne vado“). E dove andrebbe, dove andrà col malloppo Cinque Stelle? A creare un bel partito stile vecchia Dc. Sogna il ritorno della “ Balena bianca “, sogna” la casta.

Cioè l’esatto opposto che la furia iconoclasta grillina propagandava nei “Vaffa days”. Dunque Conte, con la sua uscita, ha celebrato il funerale del sogno utopico “dei cittadini al potere senza partito“. Magari, un giorno, anche senza Parlamento.

3 – Circola tra i cinque stelle il decalogo di Conte. Stile marchese del Grillo. “Io sono io e voi non…mi rompete”. Traduco: facciamo del M5S il luogo della mediazione e l’arbitro unico sono io. E pedalare. Basta con gli estremismi del grillismo della prima ora. È tempo di cambiare, di crescere.

Organizziamoci e partite. Facciamo delle belle sezioni nel territorio, una scuola politica, della dialettica interna. E naturalmente un Congresso con i fiocchi, magari nell’hotel di mio “suocero”. Prezzi bassi e fissi.

Un Congresso che mi incoroni.  Un collega giovane ( peraltro iscritto al M5S ) sentito il discorso del Conte Grillo ha osservato.

“Io penso che lei sia una brava persona e che sia stato anche un buon premier, ma il programma che ha illustrato non c’entra niente con i Cinque Stelle. Lei ha parlato come un vecchio democristiano di sinistra “.

Domanda inevitabile: ma la vecchia Dc cos’era? Era di destra o di sinistra? Era più Andreotti o Aldo Moro, più  Casini o la Bindi. Calma. Se ricordo bene la Dc non era né di destra né di sinistra. Era semplicemente un “ Pigliatutto “.