Il dibattito sul Ddl Zan spacca la maggioranza. Sul banco degli imputati finisce il concetto di "identità di genere", con Italia Viva che chiede di togliere dal testo proprio quel termine e di tornare alla definizione contenuta nel ddl Scalfarotto che parlava semplicemente di omofobia e transfobia. Un altro emendamento, sempre presentato dalla pattuglia renziana, ribadisce invece il rispetto "dell'autonomia scolastica" a proposito delle iniziative contro l'omofobia da svolgere nelle scuole. Ma tali correttivi "suonano come un tentativo di affossare la legge" sbottano i parlamentari pentastellati.

"La legge è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica” la replica del capogruppo Iv al Senato Davide Faraone. "Meglio un compromesso che nessuna legge" aggiunge lo stesso Matteo Renzi incassando l'endorsement di Antonio Tajani (Fi).