Riaprire tutto? Buttare mascherine e alcool gel nella pattumiera e tornare ad abbracciarci come un tempo? Ovvio: chi non lo vorrebbe? Chi non vorrebbe tornare al ristorante per una di quelle allegre e spensierate serate in compagnia degli amici, in barba al rispetto delle norme che prevedono distanziamento sociale e divieto di assembramenti? Chi non vorrebbe, semplicemente, tornare a godersi la vita, come accadeva prima che la pandemia arrivasse a scombussolare le nostre esistenze?

Tutto giusto, tutto sacrosanto, tutto legittimo. Forse però, sarebbe il caso di andarci piano. Di procedere, cioè, con i classici piedi di piombo. Parliamoci chiaro: l’emergenza Covid non è affatto finita come qualcuno, incautamente, pensa in questi giorni di ritrovata, quanto sfrenata spensieratezza. Lo certificano i bollettini diramati, quotidianamente, dalle istituzioni sanitarie nazionali. Anche ieri, in tutto lo Stivale, si sono contati 1.010 nuovi casi di contagio su 178mila tamponi e 14 persone hanno perso la vita a causa del coronavirus.

Cifre di sicuro lontane da quelle ben più tragiche con le quali siamo stati costretti a fare i conti lo scorso autunno, ma che suonano comunque come un pericoloso campanello d'allarme, avvisandoci che forse non è proprio il caso di abbassare la guardia troppo in fretta. D'altronde, proprio nel le ore in cui il leader del Carroccio Matteo Salvini, cavalcando l'onda populista (ed il sentiment della gente) invitava il governo Draghi a riaprire tutto, comprese le discoteche fin qui rimaste ancora chiuse, il “Weekly Epidemiological Update” dell'Oms, l’organizzazione mondiale della Sanità, lanciava un vero e proprio avviso ai naviganti: la variante “Delta” ormai ha già raggiunto 104 Paesi al mondo, sette in più solo nell'ultima settimana.

Individuata per la prima volta in India nell'ottobre 2020, considerata più contagiosa e destinata a rappresentare la maggior parte dei futuri contagi, al primo giugno - ha precisato l'Update Oms – questa variante era presente in 62 Paesi, per passare a 80 a metà del mese scorso e rimbalzare a 104 la settimana scorsa. In Inghilterra, addirittura, la corsa dei contagi ha conosciuto una nuova accelerazione con 32.548 nuovi casi e 33 morti. Non va di certo meglio in Italia, dove la Delta ha già fatto capolino e si registrano piccoli focolai da Nord a Sud.

Insomma: c'è il rischio che la situazione torni a sfuggirci di mano, con l'arrivo di una nuova, temibilissima terza ondata una volta finita l’estate. Da qui l’appello di non pochi virologi ed uomini di scienza a fare molta attenzione se non vogliamo ripiombare nell'incubo. “C'è il rischio di una ripresa dei contagi. Come evitarla? Con attenzione, prudenza e responsabilità nei comportamenti. Non facendo pressioni per riaprire tutto subito, ma procedendo con gradualità" ha detto, in un'intervista pubblicata sul numero odierno di “Famiglia Cristiana” Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l'emergenza coronavirus. Più chiaro di così.