di Angela Mauro

L’Unione Europea potrebbe lasciare Viktor Orban ‘a secco’ quest’estate. Vale a dire senza il 13 per cento di anticipo dei fondi europei destinato ai paesi che martedì otterranno l’ok dell’Ecofin ai loro piani nazionali di ripresa e resilienza. Il piano ungherese infatti potrebbe non essere approvato nella riunione dei ministri finanziari dell’Ue del 13 luglio, ma rimandato ad un’altro meeting dell’Ecofin, già previsto per il 26 luglio per esaminare i piani di Croazia, Slovenia, Cipro e Croazia. La stretta europea decisa contro Viktor Orban, dopo l’approvazione della legge anti-Lgbtqi e i mancati chiarimenti sul rispetto dello stato di diritto nel piano nazionale di ripresa, non si allenta. Ursula von der Leyen ha cancellato la sua visita a Budapest prevista per lunedì per la consegna della pagella di promozione da parte della Commissione.

A Bruxelles attendono ancora risposte dal governo ungherese sul Piano nazionale di ripresa e resilienza rispetto alle garanzie sull’uso corretto dei fondi Ue, senza corruzione, senza produrre disparità. L’altolà è stato intimato nei giorni scorsi, in concomitanza con la plenaria del Parlamento Europeo che ha approvato una risoluzione che chiede alla Commissione di avviare una procedura di infrazione contro Budapest per via della legge anti-Lgbtqi.

In attesa delle decisioni di Palazzo Berlaymont su una procedura che non viene affatto esclusa, il piano ungherese sembra destinato a restare in sala d’attesa per ora. E dunque Orban potrebbe perdere l’anticipo del 13 per cento dei fondi che, sottolineano oggi a Bruxelles, dovrebbe essere erogato a partire dalla “metà di luglio” ai paesi con i piani approvati. Per l’Italia non ci saranno problemi: la riunione di martedì dell’Ecofin approverà il piano italiano “senza discussioni”, dicono fonti Ue.

“Posso confermare che lunedì von der Leyen non sarà a Budapest”, precisa il suo portavoce Eric Mamer. Oggi alla riunione degli ambasciatori degli Stati membri la discussione non si è inceppata sull’Ungheria, anche se l’Olanda - ancora senza governo e senza piano nazionale di ripresa - è sulle barricate anche stavolta contro Fidesz sul rispetto dello stato di diritto. L'Olanda è tra i paesi che prevedono procedure parlamentari di approvazione dei piani prima di poter dare l'ok in sede Ecofin. Ma per ora la temperatura tra gli Stati non si è scaldata. Del resto, il compito di fermare Orban se lo sta assumendo la Commissione che ha comunque il placet dei paesi membri. "Dipende dalla Commissione Europea", rispondo fonti dell'Ecofin quando gli si chiede del piano ungherese.

A meno di cambiamenti improvvisi dei prossimi giorni, martedì all’Ecofin la Commissione proporrà di prendere altro tempo prima dell'approvazione del piano ungherese. E la campagna elettorale di Orban in vista delle elezioni dell’anno prossimo potrebbe subire una prima battuta d’arresto: senza i l’anticipo dei fondi previsti per quest'estate, il leader di Fidesz non potrà programmare investimenti per l’autunno.