Quando un’iniziativa sbagliata veniva calata dall’alto i romani si chiedevano: Cui prodest? A chi giova? Sì, perché se i potenti impongono un’azione errata ci deve essere sotto un guadagno sia pure immateriale che soddisfa gli interessi di qualcuno. La democrazia esiste soltanto se esiste la libertà di partecipazione del demos, vale a dire il popolo. L’ultimo caso da sottoporre a questa lente di valutazione è l’elezione dei Com.It.Es. che sarà indetta il 3 settembre prossimo, fra pochissime settimane.  La marcia inesorabile verso la disfatta del rinnovo dei Com.It.Es. continua con accelerazioni e pasticciacci della Farnesina. Sappiamo bene che il corpo diplomatico italiano è il più bravo del mondo nel suggerire alla politica e al parlamento quali leggi approvare con riferimento all’estero, ma in questo caso si oppone al rinvio, anche se tutte le circostanze attuali lo richiedono. Infuria la variante Delta che sta mettendo in ginocchio l’America latina e anche i Paesi quasi usciti dall’incubo; mezza Europa è devastata dalle inondazioni; a Cuba e in Sudafrica c’è un’escalation di violenza sanguinosa. Non importa, il Ministro Giggino Di Maio, addomesticato con l’anello al naso dalle feluche, non ricorda che fra gli “Affari esteri” di sua competenza dovrebbero avere priorità la sicurezza e il rispetto delle leggi che proteggono gli italiani all’estero e i loro diritti di rappresentanza. I soldi per far votare almeno il 35% degli elettori, come nel 2003, prima dell’introduzione della nefanda opzione inversa che portò la percentuale al 3% circa, non ci sono. Non importa, si procede malgrado gli uffici del Palazzo sappiano perfettamente di poter coprire al massimo i costi di partecipazione del 2% dei votanti, non di più. L’opzione inversa – che infrange l’art. 48 della Costituzione: “Sono elettori tutti i cittadini che hanno raggiunto la maggiore età” – obbliga l’iscritto all’AIRE che vuole votare a farne richiesta al Consolato con firma autografa, allegando copia di un documento valido. Peccato che i Consolati stiano esalando il penultimo rantolo di un’esistenza tormentata dalla mancanza di personale, di fondi, di sicurezza e siano ormai incapaci di offrire, in tempi non biblici, tutti i servizi richiesti. Il FastIt, innovazione digitale di cui il MAECI si gloria da mesi non funziona e fuori dall’Europa le distanze fra Consolato e cittadini possono richiedere ore di volo, negando quindi il diritto di voto a chi non può permettersi un viaggio ad hoc. Non importa: le elezioni saranno indette il 3 settembre. Non ci sono i soldi per una seria campagna informativa, pertanto gli Uffici competenti hanno dedicato una congrua parte del capitolo di finanziamento delle attività dei Com.It.Es. a favore di progetti di informazione presentati dai Com.it.Es. stessi. Ne citiamo soltanto uno: l’elargizione di oltre un quarto di milione di euro a un Comitato per ingaggiare a questo proposito un’agenzia con sede in Italia, senza gara d’appalto, obbligatoria per tale cifra se il richiedente del servizio fosse stato il ministero. Non basta ancora: nascono ogni giorno operazioni estemporanee, in certi casi finanziate anche con i soldi del contribuente italiano. Ne citiamo una sola, realizzata da un Com.It.Es. che ha affidato a un comico di Zelig il compito di spiegare la natura dei Com.It.Es. usando i gesti tipici dello stereotipo del buffone italiano privo di cultura che parla con le mani. Tutto ciò detto: a chi giova la negazione della libertà di scelta degli italiani all’estero nella disfatta alla quale andiamo incontro? Giova a chi, nel MAECI e in politica, vuole togliersi dai piedi questi seccatori che entrano nei Comitati e pretendono di proteggere i diritti dei loro elettori. Giova alle feluche e ai loro minions, vale a dire la riserva indiana dei parlamentari eletti all’estero, capaci soltanto di inutili interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno, che non si negano a nessuno e non servono a niente. Karl Popper aveva descritto il principio della libertà individuale con questa divertente metafora: “la libertà di movimento del mio pugno è limitata dalla posizione del naso del mio vicino”. I nasi di tutti gli italiani all’estero sono stati appena rincagnati dalla tetragona decisione di impedire alla maggior parte di loro di votare e di essere congruamente rappresentati.       

SCADENZIARIO PRESENTAZIONE DOCUMENTAZIONE CONTABILE

A) Fonti normative: nuova circolare Com. It. Es.  n. 2 del 2020 e articolo 3 della legge 286 del 2003 B) BILANCI PREVENTIVI

Entro il 30 settembre di ogni anno i Com. It. Es. devono presentare all’Ufficio consolare di riferimento i BILANCI PREVENTIVI unitamente alla richiesta formale di finanziamento.

Entro e non oltre il 31 ottobre l’Ufficio consolare fa pervenire al competente Ufficio I della DGIT la documentazione preventiva corredata da una relazione sull’attività del Comites e dal parere di congruità sull’importo richiesto.

C) BILANCI CONSUNTIVI
I Comites entro 45 giorni dalla fine della gestione annuale (ovvero entro il 14 febbraio di ogni anno)

devono presentare all’Ufficio consolare di riferimento i rendiconti consuntivi.
Entro il 1 marzo i bilanci consuntivi debbono essere inviati dall’Ufficio Consolare all’Ufficio I della DGIT.

D) ISTANZE FINANZIAMENTI INTEGRATIVI

La vigente normativa non prevede scadenze per la trasmissione delle richieste di finanziamento integrativo. L’ufficio intende diramare le informazioni relative alla possibilità di richiedere fondi integrativi nei primi giorni di marzo, dopo la scadenza della presentazione dei consuntivi 2020. Occorre in proposito considerare che, al fine di consentire all’Ufficio un accurato esame dei progetti ed una visione d’insieme degli stessi, risulta necessario fissare come termine per la ricezione delle istanze il 30 giugno 2021, in modo da consentire il loro accoglimento sulla base di una valutazione comparativa realistica di tutti i progetti pervenuti e non in base all’ordine di arrivo delle richieste.

L’Ufficio si riserva comunque di comunicare attraverso la messaggistica ufficiale eventuali ulteriori scadenze.

Carlo Cattaneo (1801 – 1869)