Egregio Direttore,

Una recente circolare del Ministero della Salute sull'equipollenza delle certificazioni rilasciate dagli Stati terzi ha definito i requisiti che devono riportare le certificazioni vaccinali e di guarigione emesse in altri Stati per potere essere valide in Italia; tali certificazioni hanno la stessa validità del green pass italiano, ma sono riconosciute solo per i quattro vaccini autorizzati dall'Ema. I Paesi per cui è riconosciuta la stessa validità sono quelli dell'area Schengen, Stati Uniti, Giappone, Israele, Canada, Irlanda del Nord e Gran Bretagna.

Di fatto restano esclusi molti altri Paesi, sia quelli in cui sono stati somministrati i vaccini approvati dall'Ema, sia quelli nei quali le immunizzazioni sono state effettuate con vaccini tipo SputnikV e Sinovac non ancora riconosciuti dalle nostre autorità responsabili della farmacovigilanza.

Per questa ragione ho presentato una interrogazione al Ministro della Salute nella quale ho chiesto "quali interlocuzioni siano in atto con le autorità sanitarie e governative dei paesi extra-Ue in cui risiedono connazionali iscritti all'Aire, al fine di ampliare nel più breve tempo possibile l'elenco degli Stati di cui l'Italia riconosce l'equipollenza delle loro certificazioni vaccinali con il nostro green pass".

Inoltre, ho chiesto di conoscere quali iniziative il Governo "intenda mettere in atto per colmare il vuoto normativo che ancora resta per i molti casi di cittadini italiani residenti all'estero e che sono stati vaccinati – anche parzialmente - con vaccini ad oggi non riconosciuti dall'Ue, ma che – in ogni caso – hanno sviluppato una risposta anticorpale facilmente identificabile attraverso test sierologici e che pertanto, stante le attuali conoscenze, non possono sottoporsi ad ulteriore ciclo vaccinale con altro preparato".

Auspico di ricevere presto i chiarimenti opportuni affinché possa aggiornare gli interessati."

Fucsia Fitzgerald Nissoli,

deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America.