La Combattenti e Reduci era uno dei principali centri culturali e sociali della nostra comunitá e lí lo conobbi, giovane e attivo collaboratore di quella istituzione. Poi la vita ci fece reincontrare sovente, perché avevamo una intensa e speciale affinitá. Nelle riunioni sociali cercavamo sempre l’occasione per trovare uno spazio e sederci a parlare di noi, delle nostre famiglie e dell’italianitá in Uruguay, argomento quest’ultimo che sempre lo caricava di energie.

Della sua vita dedicata alla comunitá danno testimonio opere e azioni al servizio della Scuola Italiana di Montevideo, la Feditalia, il Comites, la Casa di Riposo, l’AIUDA,,etc., etc. Ma lascio ad altri parlare della sua ricca biografía. Qui voglio ricordarlo per i suoi ideali e le sue utopie che segnavano il suo passo. Eravamo di diversa ideología e l’affetto che ci univa, evitava che cadessimo sull’argomento ideologico, che quasi di pudore e rispetto per l’altro, sempre tenevamo da parte.

Era il mese di settembre del 2005 e partecipai in un pranzo alla Casa degli Italiani, in occasione dell’invito all’allora Ministro e Senatore Mujica, accompagnato dalla sua consorte, la parlamentare Lucia Topolansky. Mujica in quell’occasione opportunamente non parló di política, ma delle sue radici italiane: i suoi nonni che vennero dalla Liguria, i connazionali che all’epoca del colera elevarono la chiesa a San Rocco per porre fine alla piaga, le esperienze di cooperative italiane formate da emigranti nel secolo scorso. Al termine delle sue parole Giovanni Costanzelli, che era membro del Comites e rappresentante del CTIM-Comitato Tricolore in Uruguay (agli antipodi polítici di Mujica) consegnó al politico uruguaiano una bandiera tricolore a nome proprio del CTIM. Mujica bació piú volte la bandiera stretta tra le mani, mentre Costanzelli pronunció queste brevissime parole, che ancora oggi ricordo: “Ci separano le ideologíe, ma abbiamo gli stessi ideali”. Questa poche parole (un mio vecchio professore mi diceva sempre “un discorso buono e breve, é buono due volte”) mi colpirono profondamente nella loro particolare essenzialitá. Quante ideologie, quante lotte, quante bandiere separano gli uomini, anche quelli che hanno gli stessi ideali.

Questo pensavo allora e questo penso oggi che vedo, le nazioni divise ideologicamente in buoni e cattivi, amici e nemici, noi e loro. Ma la gente non si schiera come vorrebbero le ideologie. Il modo di essere degli uomini non ubbidisce necessariamente ai valori proclamati dalle ideologie. Ci sono i buoni e i cattivi, é vero; ma la natura saggia li ha sparpagliato dappertutto, a dispetto delle ideologie. Ci sono i lavoratori buoni e quelli cattivi, gli imprenditori onesti e disonesti, i militari e i religiosi che onorano o disonorano i loro giuramenti di fedeltá, i governanti che proteggono i popoli e quelli che li affamano. E questo é un fatto che nessuna ideologia ha potuto evitare, perché la materia prima delle ideologie é sempre quella: l’uomo, nel bene e nel male. Gli ideali e le ideologie non sempre vanno a braccetto.

Che strano! Due parole – ideale e ideologia – con una radice cosí forte come “l’idea”, l’immaterialitá, il sublime. Eppure quanto bene si é fatto in nome degli ideali e quanto male in nome delle ideologie. Questo mi ha insegnato Giovanni Costanzelli con le sue parole e i suoi fatti, con la sua saggezza e con i suoi ideali; con il suo dedicarsi al mondo dell’emigrazione e con tanta assistenza alle persone piú vulnerabili. Con la sua umanitá di uomo di ideali, con la sua difesa dei piú deboli, con quella speciale sensibilitá che ha spinto ogni sua azione, ci mostra ció che piú vale alla resa finale dei conti: aver costruito una vita sulla veritá e sugli ideali, senza ambiguitá, senza mai inciampare nelle trappole delle ideologie e sempre nel rispetto del pensiero degli altri. JUAN RASO