Seppure la data dell'invenzione della macchina per cucire sia dibattuta perché le prime apparecchiature sembrano risalire al 1755, quella del 12 agosto di esattamente 170 anni fa è una ricorrenza importante: corrisponde al deposito del brevetto di un nuovo (per l'epoca ma rivoluzionario ancora oggi) sistema di cucitura con aghi dritti che si muovono su e giù automaticamente sul tessuto. Prima di allora si cuciva con prototipi di macchinari che lavoravano punti 'catenella' e con doppi aghi.

La svolta del 1851 comportò una fioritura di altri e nuovi sistemi sempre più raffinati per fare ogni tipo di punto in un settore che non si è mai fermato e che oggi sforna macchine dotate di 'cervelloni' e sistemi informatici in grado di fare (quasi) tutto da sole. 

Perciò: la prima, ufficiale, macchina per cucire dotata di questo sistema automatico sembra essere stata ideata dall'inglese John Fisher ma di sicuro brevettata quel 12 agosto del 1851 e costruita dal pioniere del settore, l'americano Isaac Merritt Singer, fondatore del noto brand che porta ancora oggi il suo nome. Il meccanismo era sviluppato con un braccio parallelo al piano di lavoro con aghi a scorrimento verticali così come ancora oggi usa. Una intuizione di grande successo che portò all'imprenditore con il pallino per la meccanica grande notorietà tanto che diversi edifici storici nel mondo portano il suo nome, dal russo Singer Building di San Pietroburgo al palazzo Singer di Roma all'angolo con via del Corso, (era la sede amministrativa dell'azienda, oggi è un hotel di lusso).

Chi non ha mai cucito o visto in casa della nonna una Singer? Oppure una Pfaff, messa in produzione pochi anni dopo dal tedesco Michael Pfaff con un'altra importane intuizione: lo scorrimento automatico del tessuto. Dal 1890 in poi i produttori di macchine per cucire aumentarono in tutto il mondo, non mancano i brand italiani come Necchi e Salmoiraghi, e i sistemi hanno subito altri originali miglioramenti per cucire e ricamare in nome di uno strumento indispensabile per il comparto manifatturiero ma che occupa anche tante nicchie di mercato: dalla moda alla sartoria, la camiceria, i vestiti da sposa, i costumi di scena, abbigliamento sportivo e cucito casalingo. 

E' la nicchia del fai da te a crescere a dismisura in questi ultimi anni e le macchine sono anche state riscoperte dalla Generazione Z che si appassiona al cucito condividendo esperienze e outfit sui social. Internet è il regno delle idee ma anche il mezzo per riuscire a fare i (complicatissimi) cartamodelli. Al resto pensano veri e propri 'cervelloni' elettronici ed informatici di cui sono dotate le macchine per cucire di oggi. 

Cucire non è mica roba da matusa, - precisano i ragazzi della Gen Z su Youtube mentre scambiano commenti con le influencer del settore rinomate in tutto il mondo. Mentre la macchina per cucire, così come la conosciamo oggi, compie 170 anni, Micarah Tewers, giovane sarta creativa e influencer da 1.71 milioni di followers in tutto il mondo, al motto di 'costa poco ma è identico' mostra tutti i passaggi per realizzare abiti uguali a quelli griffati, costosissimi e da Red Carpet (ha realizzato gli stessi vestiti che Ariana Grande ha indossato ai Grammy e il giorno del suo matrimonio, spendendo solo 40 dollari) e usando materiali di scarto, scampoli e tutto quello che si trova in casa armata della sua Singer elettronica. Le ragazzine la adorano e, pronte con le loro macchine, seguono i suoi tutorial su YouTube. Il canale di video ha anche una vasta sezione dedicata alla ricostruzione di abiti storici con tecniche di cucito e ricamo tradizionali, guida e fonte di ispirazione per milioni di ragazzine di tutto il mondo. Ha 1.12 milioni di iscritti al suo canale, la newyorkese Bernadette Banner con alle spalle studi nel campo della moda ed esperienza in sartorie tatriali. Il successo lo deve ai suoi outfit antichi realizzati interamente a casa. Per abiti da damine, corsetti e cappellini usa macchine da cucire dell'epoca, come una Singer vittoriana del 1892 acquistata di recente.