di Franco Esposito

Il marchio Carrara sulla torre simbolo del secolo. Alta centosetttanta metri, situata sulle coste del Trigre, a Baghdad, Iraq, ospiterà la sede della banca centrale iraachena. Marmo e lavorazione italiane, di Carrara: 1300 metri quadrati di materiale lavorato in un'azienda apuana, la Furrer spa. Patron il cavaliere del lavoro Gino Mazzi, coadiuvato dal figlio Paolo in qualità di amministratore delegato. Una realtà, quella dell'azienda carrarese, che dà lavoro a centodieci persone.​

 

Il marmo di Carrara inteso come materiale di rinascita. Il grattaciello è l'ultimo disegnato dalla celebre architetto Zaha Hadid, prima della morte sopravvenuta nel 2016, a sessantasei anni. Zaha Hadid è una delle maggiori esponenti​ della corrrente decostruttiva. Una delle cento personalità più influenti del mondo. La nuova torre è una sorta di suo testamento.​

 

Proprio nel 2021, l'anno in cui il mondo è ancora alle prese con una pandemia che ha messo in ginocchio l'economia mondiale e sconvolto gli equilibri. Una sfida al futuro.​

 

Il marmo che ricaccia indietro altri materiali,​ quasi li respinge. Finita l'era dell'acciaio, che nel 1889 diede vita e notorietà alla Tour Eiffel, alta 312,8 metri. Poi, i grattacieli d New York, l'Emipire State Building, 443 metri d'altezza, il trionfo dello stile decò, abbattuto nel vile attacco aereo ordito dal folle Bin Lidan,​ quell'indimneticabile undici settembre.​

 

La torre del futuro – centosettanta metri interamente in marmo di Carrara – intende rappresentare la strategia del governo iracheno di trovare nuova collocazione nello scenario economico globale. L'azienda carrarese che fornisce materiale e lavorazione è la Ferrer. Nasce nel 1939 per escavare, lavorare, trasformare e commercializzare in tutto il mondo pietre naturali di produzione nazionale ed estera. Conta, ad oggi, quattro cave a controllo diretto, tre a Carrara e una in Val d'Aosta. É​ un consolidato network con le principali cave estrattive. Grazie a una superficie di cinquantamila metri quadrati, possiede gli asset necessari per lo svolgimento delle operazioni di stoccaggio. Lavora oltre cento materiali di qualità provenienti da tutto il mondo. Segagione, finitura, trasformazione e pre posa. L'azienda è interamente a controllo familiare. “La scelta del materiale eco sostenibile intende significare l'emblema della rinascita”. ​

 

Nel progetto della Hadid, il marmo di Carrara vuole essere un chiaro messaggio di rinascimento, che non riguarda solo territorio iracheno, ma tutto il pianeta. La sfida è orientata in direzione della sostenibilità. Una costruzione che anticipa, in Iraq, i tempi rispetto al mondo occidentale. Lo scopo è di creare quello che, nella terra delle cave e del marmo, si insegue da tempo. Un patto di sopravvivenza fra il ventre delle montagne, le aziende, il lavoro.​

 

In linea con questo principio basilare, proprio sul marmo è ricaduta la scelta​ di tredicimila metri quadri di finiture interne. La pietra naturale risulta il materiale più sostenibile in termini di “embodied energy”. Energia grigia, congelata in quantità tale da produrre, trasportare fino al luogo di utilizzo e smaltire un prodotto o i vari materiali da costruzione.​

 

La Furrer carrarese è stata selezionata per la sua storia e per l'attenzione verso il nuovo e l'ambiente. Scelta per la commessa relativa alle pietre naturali, dallo studio tecnico alla fornitura in quanto capace di accompagnare il cliente in​ quelle che saranno le principali fasi nella realizzazione​ del progetto. Tutte le lavorazioni racchiuse nella torre di centosettanta metri si svolgeranno a Carrara. Rivestimenti, pavimenti, arredi su misura. Tra cui un tavolo di metri per le riunioni dei top manager del team e la monumentale scrivania, ovviamente anch'essa in marmo, riservata al governatore.​

 

La differenza la faranno le mani, gli occhi, l'intuito, la capacità dei lavoratori carraresi. Le loro fininiture, il marmo di Carrara, il bianco Campanile e quello di Monte Maggiore, i cui nomi derivano dalle cave della Furrer. Tutte le cesellature faranno parte di un edificio destinato a scrivere la storia. La torre della nuova banca centrale di Baghdad. Dopo centotrentadue anni da quella torre di acciaio simbolo di un'industria di un mondo che allora ripartiva.​

 

La torre che sorge in Iraq porta la firma prestigiosa di una delle donne architetto che alla stroria hanno già dato. Il marmo scopre e mette in evidenza una nuova pelle. Quella della sostenibilità, diventando di conseguenza parte di un grandioso progetto che guarda al futuro. Glu ultimi forum mondiali, quelli più recenti e ricchi di argomenti di discussione, hanno ribadito che il futuro non può prescindere da un un nuovo approccio con l'ambiente. Il marmo si è fatto trovare pronto. Anche se ci sono voluti cento anni prima che​ si manifestasse all'attenzione del mondo.​

 

Proprio come avvenne con Michelangelo. Il Buonarroti sclese la pietra apuana per la reslizzazionie delle sue opere immortali. Il marmo si è fatto trovare pronto, tempestiva la risposta alla chiamata. E pronti altrettanto gli occhi e le mani dei lavoratori carraresi, che con il loro​ lavoro scriveranno una storia di rinascita. All'altro capo del mondo, centosettanta metri in alto.​