Diciannove minuti dopo la mezzanotte, nella prigione di Charlestown (vicino Boston), Nicola Sacco viene giustiziato sulla sedia elettrica. Sette minuti dopo, la stessa sorte tocca al suo amico Bartolomeo Vanzetti.
Alla notizia dell'esecuzione, per le strade di mezzo mondo si scatenano le proteste di migliaia di persone, che hanno seguito l'intera vicenda dei due immigrati italiani, sperando in un epilogo diverso. Un processo, fortemente condizionato dal clima politico dell'epoca, ha dipinto come due spietati assassini e terroristi, un ciabattino originario di Torremaggiore (provincia di Foggia), Sacco, e un pescivendolo nativo del cuneese (Villafalletto).
Tutto ha inizio con una serie di attentati di matrice anarchica, contro cui l'amministrazione guidata dal Presidente Wilson risponde con una dura politica di repressione nei confronti della cosiddetta "sovversione", in cui vengono mischiati indistintamente anarchici, operai, sindacalisti e le masse di popolo desiderose da tempo di un riscatto sociale.
Nick e Bart, come li chiamano gli yankee, finiscono vittime di questo clima per le loro frequentazioni anarchiche. Il 5 maggio 1920 vengono arrestati e accusati della rapina al calzaturificio "Slater and Morril", nel corso della quale rimangono uccisi a colpi di pistola il cassiere e una guardia giurata.
Nel corso dei tre processi, su di loro si riversa il pregiudizio politico dell'epoca nei confronti degli immigrati, tant'è che verranno definiti dal giudice «due anarchici bastardi».
La confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che li scagiona totalmente, non eviterà la sentenza di condanna e a nulla serviranno le iniziative del governo italiano e gli appelli di famosi intellettuali (su tutti Albert Einstein e George Bernard Show) per fermare la condanna.
La vicenda ispirerà un omonimo film diretto da Giuliano Montaldo, passato alla storia del cinema soprattutto per la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e da Joan Baez, la cui Here's to you diverrà un inno generazionale.
Di Renato Silvestre