di Giuseppe Scalera

Spesso un libro, soprattutto d’estate, è una pietra preziosa. Non per il suo valore economico, quella è materia per bibliofili, per amanuensi delle letture. Resta prezioso, invece, soprattutto per il suo contenuto più profondo, per quello che ci rivela, che dice, che afferma, per la storia inattesa che dipana davanti a noi. E, in molti casi, preziosità fa davvero rima con irreperibilità. In realtà, nel grande arcipelago di mille case editrici, è praticamente quasi impossibile orientarsi, conoscere esattamente tutto quello che si pubblica. Internet, sicuramente, può dare una mano ma si resta, comunque, spesso, nel regno del provvisorio, del parziale. La vera, unica strategia resta la perlustrazione nelle librerie più datate, là dove si accatastano migliaia di volumi, là dove, nell’ angolo più oscuro, nello scaffale meno illuminato è possibile scovare il timido baule di quel piccolo, inaspettato tesoro. Una scoperta, una traccia che non pensavi di trovare e che, improvvisamente, affiora ai tuoi occhi con la forza di un desiderio. È un esercizio legato, soprattutto, alle librerie dell’usato o, al limite, alle bancarelle, quelle più affastellate e confusionarie, dove la gente si aggira con passo discreto nell’eterna ricerca di un’emozione. Il testo, spesso, non ha grande presenza fisica. È un volume di poche pagine, apparentemente secondario, dai limitati costi di stampa, rigorosamente in bianco e nero. Appartiene, tradizionalmente, ad una piccola casa editrice, una di quelle che non può permettersi alcuna pubblicità, che pubblicano per un ristretto circuito di amici ed amatori. La pietra preziosa si può celare anche lì. Di solito, ci si muove tra tirature particolarmente basse. Trecento, quattrocento copie, non di più. Ma si sa che, di fronte ad un barlume di successo, bisognerà, comunque, attendere almeno una decina d’anni per smaltire quelle copie. Sono testi che, spesso, nascono per caso. Magari per la maniacale fede di un appassionato che, per lustri, ha raccolto notizie, ritagli di giornale, fotografie, aneddoti. Ed oggi non vuole perdere il filo logico della sua ricerca, provando a lasciar dietro di sé una traccia, un’impronta, una qualsiasi testimonianza d’ amore. Sono costi che nascono spesso in assoluta economia, con una divisione delle spese o con un impegno d’acquisto perché, nell’editoria, l’aritmetica resta sempre una scienza difficile, mai esatta. Tutto, dicevamo, è tradizionalmente in bianco e nero. Quasi vietato, al di là della copertina, ogni accesso al colore. La quadricromia viene vissuta come un desiderio nascosto, arcano, impossibile. Ma acquistare quel testo, vivere dentro quella storia, illuminare, per qualche ora, quel fascio di luce, lasciarsi guidare tra le rapide degli eventi è, spesso, un piacere sottile, talvolta entusiasmante. Ecco perché qualsiasi libreria, anche la più periferica, merita rispetto. Perché lì dentro ci sono le storie degli uomini, i loro sogni, le loro ambizioni. E la cattura di quel percorso muove il sipario della nostra vita.