Sirhan B Sirhan, può tornare in libertà. Sì, l'uomo che nel 1968 uccise il senatore Robert Francis Kennedy - fratello del presidente John, assassinato 5 anni prima - nella dispensa della cucina dell'Hotel Ambassador di Los Angeles durante la campagna presidenziale, uscirà dal carcere dopo 53 anni e 82 giorni. «Non è più una minaccia per la società» afferma la commissione della contea di Los Angeles decisasi a riconoscergli la libertà su parola dopo 16 richieste, perché per la prima volta in mezzo secolo nessun componente della famiglia Kennedy si è opposto.

Era la notte fra il 5 e il 6 giugno di quella che sarebbe passata alla Storia come l'anno delle rivolte giovanili quando il 24anne palestinese di Gerusalemme, nato in una famiglia cristiana ma cresciuto in un campo profughi giordano, premette otto volte il grilletto della sua calibro 22 sul senatore 42enne. Kennedy aveva appena concluso un discorso nella hall dell'albergo per celebrare la sua vittoria alle primarie democratiche della California durante la gara per correre le presidenziali e subentrare al collega di partito Lyndon B. Jonhson - il vice di suo fratello - ritenuto artefice dell'escalation in Vietnam.

«L'ho fatto per il mio paese» disse Sirhan all'epoca, sostenendo sempre di aver agito a titolo personale, convinto di dover eliminare Bob, ex Attorney General (ministro della giustizia, cioè), per il suo sostegno agli aiuti militari ad Israele. Ma proprio come per la morte di JFK in seguito molti hanno continuato a pensare che le circostanze dell'omicidio fossero misteriose e il killer parte di un complotto. Come aveva fatto altrimenti ad intercettare il senatore mentre usciva passando dalle cucine, circondato da giornalisti e guardie del corpo? Di sicuro, Kennedy, colpito da tre colpi sparati a distanza ravvicinata, morì poco dopo in ospedale. Nell'appartamento dell'assassino vennero ritrovate decine di foto del politico e un diario dove scriveva: "La mia determinazione a eliminare RFK è ormai un'ossessione che non posso allontanare".

Il processo fu veloce. Meno di un anno dopo il giovane killer arabo venne condannato alla camera a gas, finendo rinchiuso nel braccio della morte del supercarcere di San Quintino. Nel 1972, però, la California mise al bando la pena capitale. E la sua condanna fu convertita in ergastolo. Dopo mezzo secolo in prigione, con ogni richiesta di clemenza bloccata dai Kennedy, sembrava un fine pena mai. E invece ieri pomeriggio Shiran, ormai troppo vecchio per essere considerato ancora un pericolo, ha visto accolta la domanda. Per la prima volta nessuno dei nove figli superstiti di Bob ed Ethel (ne ebbero 11) si è opposto. Anzi, Robert Jr. – il figlio complottista e no vax, ritenuto uno dei maggiori propagatori delle bugie sui vaccini - e Douglas, si sono addirittura espressi a favore della scarcerazione durante l'udienza. Doug, addirittura commosso: «Ho vissuto la mia intera vita ad aver paura di lui e del suo nome. Oggi lo vedo come un essere umano meritevole di compassione e amore». Ora Sirhan B (sta per Bishara) Sirhan andrà a vivere a Los Angeles, a casa dell'unico fratello rimasto. Torna in libertà, sperando di uscire per sempre dalla Storia.