Annunciata, sbandierata, temuta. Alla fine, la manifestazione dei "no green pass" si è tramutata in un clamoroso flop. Quelli contrari al “certificato verde” si erano dati appuntamento, ieri, in 54 città del Belpaese con l'intento di bloccare i treni a lunga percorrenza (Frecce e intercity), sui quali, dall'1 settembre, il "lasciapassare" che attesta l'avvenuta vaccinazione anti-Covid, è diventato obbligatorio.

La protesta, tuttavia, si è risolta in una sparuta presenza davanti alle stazioni. Per capirci: una decina di partecipanti a Milano, una quindicina a Bologna, una decina a Genova ed a Bari; appena quattro a Bolzano, due a Napoli (con tanto di bandiera italiana), pochissimi a Firenze Santa Maria Novella (di cui uno con la Stella di David e la scritta "No pass" sul petto) e Torino Porta Nuova. Più o meno identica la situazione registrata a Roma dove, nel pomeriggio, nei dintorni delle tre fermate dell'Alta velocità, non si è vista anima viva. Complessivamente, meno di cinquanta persone hanno manifestato il proprio dissenso nelle stazioni del Friuli Venezia Giulia.

Una trentina, invece, i partecipanti “avvistati” a Trieste (con nessuno striscione e niente bandiere), mentre erano meno di dieci sia a Udine che a Pordenone, i no “green pass”. In soldoni: la chiamata alle armi annunciata da giorni sui social (ed in particolare, sul canale Telegram “Basta Dittatura”) è caduta nel vuoto. Chissà, forse i dispositivi di sicurezza disposti dai comitati di or dine pubblico (scattati già nel corso della notte), con le stazioni blindate e decine di agenti di polizia e carabinieri schierati, hanno funzionato da deterrente.

Resta il fatto che le centinaia di “divise” mobilitate dal Viminale per controllare i varchi d'ingresso, sono rimaste praticamente inattive e non sono dovute intervenire in alcun caso. Solo a Genova una manifestante è stata denunciata dalla Digos. Davanti alla stazione di piazza Principe le erano stati chiesti i documenti che, inizialmente, la donna si era rifiutata di fornire. Subito dopo, però, la giovane ha consegnato il documento, salvo poi prendere ad insultare la polizia.

Morale: ora dovrà rispondere di rifiuto di declinare le generalità e di oltraggio a pubblico ufficiale. A far notizia, dunque, è stata principalmente la delusione, visibilmente palpabile, sia tra i manifestanti che sulla chat, dove hanno iniziato a fioccare messaggi del tipo: “Qui ci sono solo giornalisti, io vado via”, oppure, del tipo: “Grazie per la prossima volta non invitate proprio” e “a parole tutti leoni poi nessuno fa nulla”. Commenti e scambi di insulti fra chi si ribella alla "dittatura sanitaria" e chi, all'opposto, deride il rifiuto di vaccinarsi contro il virus. "Io sono a Brescia non c'è nessuno", ha scritto Billy, mentre Lisa A. è "pronta qua a Firenze: tutti poliziotti pronti chi altro c'è?". Insomma: più forze dell'ordine che giornalisti. E la protesta si è trasformata nel classico buco nell'acqua.