Vaccinarsi "è un atto verso se stessi, di solidarietà verso gli altri. Di protezione". Lo ha detto, ieri, il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella conferenza stampa organizzata per fare il punto sulla situazione italiana. Il premier ha parlato dei progetti del governo per il futuro tra scuola e Green pass (sarà esteso. Resta da decidere, a chi e quanto svelti", ma "la direzione è quella"), toccando anche temi di politica estera come la situazione in Afghanistan (“Ue ha dimostrato assenza e grande povertà") e la corsa per il dopo Mattarella (“Io al Quirinale? Parlarne ora è offensivo”). Ma, in particolare, il capo dell'esecutivo ha parlato e non poco, della situazione vaccini puntando il dito contro gli attacchi dei "no vax" a giornalisti e medici, definendoli "violenza odiosa e vigliacca". "Ribadisco il mio invito a vaccinarsi ed entro fine settembre confido che arriveremo all'80%” ha argomentato l'ex "numero uno" della Bce, sottolineando l'impegno e l'entusiasmo delle fasce più giovani. La campagna vaccinale, in ogni caso, sta spingendo anche la ripresa economica del Paese, che "continua a crescere più delle aspettative. Questo ci dà un po' di incoraggiamento. Il mercato del lavoro va bene, l'occupazione non mostra segni di cedimento", ha proseguito predicando, comunque cautela: "Non vale la pena compiacersi troppo. La vera sfida sarà riuscire a mantenere un tasso di crescita consideratamente più elevato di quello che si aveva prima della pandemia". Rispondendo alle domande dei giornalisti, Draghi ha infine confermato che, nel momento in cui l'Ema dovesse approvare in via definitiva il vaccino Pfizer, verrà affrontato il tema dell'obbligo vaccinale. Obbligo che, come è noto, trova il no del Carroccio, con Salvini che insiste sui "tamponi gratis". Infine, a proposito della terza dose, il ministro della Salute Roberto Speranza ha aggiunto: "C'è un confronto in queste ore, si partirà a settembre".