Niente da fare. Un altro schiaffone assestato sulla faccia degli italiani all’estero. L’ultimo appello di appena qualche giorno fa da parte del Cgie di rinviare di qualche mese le votazioni per il rinnovo da parte dei Comites è caduto nel vuoto: le elezioni sono state confermate per il 3 dicembre. Come se non fosse ancora in corso una pandemia che tra mesi potrebbe essere di certo ancora in auge, soprattutto nei Paesi latini. Ma non solo. Eppure la richiesta del segretario generale del Comitato generale degli italiani all’estero Michele Schiavone (e di altri rappresentanti del Cgie) non era di quelle impossibili da ascoltare: posticipare il voto di qualche mese, quando l’emergenza sanitaria potrebbe essere più sotto controllo e dunque vedere la partecipazione di tanti connazionali alle urne. Invece, così, c’è il rischio di un vero flop perché di certo il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero non potrà essere nei primi pensieri dell’elettorato. Peccato, perché c’è il rischio appunto di una minima affluenza al voto laddove l’organizzazione del tutto verrà a costare ben 9 milioni di euro. Assurdo.  Probabilmente hanno ragione Schiavone e la Mangione quando dicono che si vogliono distruggere gli italiani nel mondo. Che però, piano piano, stanno capendo, di mese in mese, di quanto il BelPaese sia tale solo di nome per loro. Tanti, troppi gli sfregi che sono abituati a subire. Pagano a volte l’incompetenza di pochi per una sola grande colpa: vivere all’estero (spesso per necessità). Ma queste sei milioni di persone meritano rispetto e di essere ascoltati affinché le proprie giuste esigenze vengano capite. Invece il futuro di tantissimi (all’estero) viene deciso da pochissima gente (in Italia), spesso anche incompetente e inappropriato al proprio ruolo. Povera Patria. Povero noi.....