Gente d'Italia

Spreco di fondi Ue, beni confiscati a 5 regioni del Sud Italia, utilizzati soltanto 62 milioni su 509

Di FRANCO ESPOSITO

Clamoroso in Italia. Una parte di italiani sa essere evidentemente unica, diversa, sorprendente. Capace appunto di realizzare imprese a rovescio come quella che mi accingo a raccontare. Oggetto, lo spreco dei fondi dell'Unione Europa. Titolo, utilizzati sessantuno milioni su cinquecentonove. No, obietterete, una cosa del genere è incredibile, impossibile da realizzare. Invece no: purtroppo è accaduto, la certificazione del clamoroso ingiustificabile spreco è reperibile nella relazione dell'Antimafia sulla gestione delle Regioni. Alcune del Sud ne hanno combinate di tutti i colori. “Così mettono a rischio pure i soldi del Pnrr”. I miliardi del Recovery Found. Cinque le regioni pasticcione, menefreghiste, disattente, e non saprei aggiungere altro. Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Puglia le difettose che rischiano di mettere in crisi, con la loro leggerezza, il rapporto dell'Italia con l'Ue. Sparge spavento e mette tutto in discussione l'impietosa radiografia della Commissione Bicamerale Antimafia. Lo spreco viene fuori dal IX Comitato della Commissione. Evidenziato a chiare lettere, e denunciato, il paradossale spreco dei fondi europei che in teoria sarebbero stati usabili negli ultimi sei anni. Davvero un paradosso. Appena sessantuno milioni erogati su cinquecentonove a disposizione delle cinque regioni del Sud. L'Act – Agenzia per la coesione territoriale – aveva sottoscritto sei protocolli d'intesa per la “realizzazione di azioni nei settori della legalità e sicurezza”. Il risultato trova lampante evidenza nel rapporto dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, l'Anbesc. E con essa il Dipartimento per le politiche di coesione e il Ministaero dell'Interno. Come sono stati gestiti i 509,1 milioni del Piano operativo nazionale Legalità 2014- 2020? La risposta è semplice, facile, ancorchè estremamente avvilente. Una roba da far cadere le braccia. In pratica, i fondi Ue non sono stati gestiti. Nel senso che solo una piccola minima parte è stata oggetto “delle attenzioni” di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia. La relazione parla chiaro e forte. Impossibile equivocare. Purtroppo la realtà è questa, molto amara, e dal disgustoso sapore della strafottenza e dell'incapacità. “Il Pon Legalità ha finanziato le azioni previste dai cinque protocolli per un importo molto inferiore rispetto alle sue potenzialità”. Il Pon altro non è che il Piano operativo nazionale. Visto e provato che i “sessantuno milioni erogati rappresentano solo l'11,6% degli impegni programmati e addirittura il 4,7% se si fa riferimento al rapporto dei pagamenti sugli impegni”. La Puglia con 36,8 milioni raggiunge il 71% nel rapporto impegni su programmato, “ma il 15,8% nei rapporti pagamenti su impegni”. Ma le altri quattro sorelle sprecone? Deficitario al massimo anche il loro comportamento. Scelte assurde, mai condivisibili, soprattutto ingiustificabili da parte del Dipartimento e del Ministero dell'Interno. La Campania, con 14,9 milioni, si attesta rispettivamente sul 48,2% e sul 52,2% milioni. Il rapporto impegni sul programmato è un misero 4% nel rapporto pagamenti su impegni. Sprechi su sprechi, è dura trovare una spiegazione, azzardare ipotesi su cosa possa aver ispirato il comportamento della Campania. Addirittura peggiore è il quadro relativo alla Calabria, regione evidentemente bella e dannata. Ha finanziato tre convenzioni per complessivi 9,1 milioni, ma “ha comunicato che non risultano avviati gli interventi inseriti in questa convenzione”. Capito l'assurda e la comica, gente? Soldi buttati dalla finestra perchè un utilizzati. La conclusione della vicenda che coinvolge le cinque regioni sudiste apre la strada a valutazioni disastrose, non solo antipatiche. Recita la relazione dell'Antimafia: “Quanto accaduto impone di tenere conto non solo per le opportune correzioni di tiro alle procedure vigenti, ma anche nell'erogazione dei futuri fondi previsti dal Pnrr”. Traduzione spicciola: voi care regioni del Sud Italia rischiate che non vi venga dato un euro dalla massa di miliardi che l'Ue si è impegnata a versare al Paese. Una delle sei missioni previste dal Pnrr, la numero cinque, “inclusione e coesione”, da 27, 6 miliardi contiene un capitolo da 300 milioni specifico per “la valorizzazione economica e sociale” di almeno duecento beni confiscati “per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e i servizi pubblici di prossimità”. Su tutto ciò si è impegnato il governo Draghi verso l'Unione Europea. L'ente erogatore dei soldi del Pnrr. Ma in soccorso delle regioni sprecone arriva il sostegno benevolo e generoso del IX Comitato della Commissione Antimafia. Una guida pratica, didascalica, un vademecum, per “evitare lo spreco del tesoro dei beni confiscati”. Anche per apprendere, imparare a conoscere, i beni sequestrati nel proprio territorio: 63 Comuni su 100 lo ignorano in quanto non in possesso delle credenziali per la banca degli “Open Regio”. Comunque la giri, siamo indietro. Una parte del Paese procede a passo d'uomo. Mentre l'Europa va di corsa verso un normale progresso. Svegliatevi dal sonno, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia.

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