di Matteo Forciniti

Un’esposizione fotografica allestita nella Plaza Independencia di Montevideo celebra gli ultimi 35 anni di democrazia in Uruguay dopo il periodo della dittatura concluso nel 1985.

Rinviata di un anno a causa del Covid, “Expo Democracia” è aperta al pubblico per tutta questa settimana fino a sabato ed è organizzata dal Centro de Estudios de la Realidad Económica y Social (Ceres) con la collaborazione del Centro de Fotografía de Montevideo. La mostra consiste in una serie di cubi che attraverso diverse immagini raccontano uno dei periodi più lunghi di democrazia ininterrotta nella storia dell’Uruguay con cinque presidenti eletti negli ultimi 35 anni caratterizzati dalla stabilità nell’alternanza al potere tra le diverse forze politiche.

Le prime elezioni libere dopo la dittatura si svolsero nel 1985 e videro vincere Julio María Sanguinetti del Partido Colorado a cui seguì il periodo di Luis Alberto Lacalle (Partido Nacional) prima del secondo mandato di Sanguinetti concluso nel 2000. Al “colorado” Jorge Batlle toccò affrontare la drammatica crisi economica durante i primi anni del nuovo millennio culminati con l’avvento del Frente Amplio, la coalizione di centro sinistra per la prima volta al governo con Tabaré Vázquez nel 2005. Il periodo del Frente è proseguito con José “Pepe” Mujica e poi con il secondo mandato di Vázquez. Le ultime elezioni del 2019 hanno segnato un cambio con il ritorno del Partido Nacional alla guida con Luis Lacalle Pou di un esecutivo di coalizione tra diversi partiti di centro destra.                                                   

Questo lungo periodo democratico degli ultimi decenni è stato segnato un po’ anche dalla Liguria che è possibile scovare nelle storie familiari di Sanguinetti e Mujica, due figure fondamentali della scena politica recente su opposti schieramenti che si sono da poco ritirate.

L’attuale presidente Luis Lacalle Pou e il sindaco di Montevideo Carolina Cosse sono intervenuti nella cerimonia di apertura di “Expo Democracia” insieme al direttore del Ceres, Ignacio Munyo, che ha sottolineato come gli uruguaiani siano “fortunati” a vivere in una delle poche democrazie complete al mondo, un privilegio di cui gode solo l’8% della popolazione mondiale.

Tale definizione è stata presa dal Democracy Index 2020 elaborato dalla rivista Economist che ha collocato l’Uruguay al quindicesimo posto al mondo con il titolo di “democrazia completa”, un riconoscimento attribuito solo a 22 nazioni. Nell’analizzare lo stato della democrazia in 167 paesi, l’indice stabilito dall’Economist si concentra su cinque categorie generali: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica e cultura politica. L’Uruguay si posiziona al primo posto in America Latina e può vantare un vantaggio considerevole rispetto all’Italia che è considerata una “democrazia imperfetta” e si trova al 35esimo posto di questa classifica.


“Siamo una democrazia completa non solo perché abbiamo un processo elettorale esemplare, ma perché c’è una profonda cultura politica e partecipazione dei cittadini; la stampa e la giustizia sono indipendenti e il rispetto delle libertà civili è totalmente indiscutibile” ha affermato Munyo.