di Stefano Ghionni

Povero Giuseppe Conte. A poco meno di un mese da una probabile débâcle elettorale che potrebbe segnare, in maniera negativa, la sua opera di “ricostruzione” del Movimento, ecco che l’ex presidente del Consiglio si trova costretto, nuovamente, a fare i conti con Beppe Grillo, in quella che si annuncia come una sempre più rovente partita a scacchi per la leadership (reale) del M5S.

Mentre, infatti, l’ex premier si trova impegnato nel difficile tour elettorale da un capo all'altro della Penisola, nel disperato tentativo di risollevare le sorti del M5S, ecco che l’ex comico genovese si porta, per così dire, avanti col lavoro sfogliando la rosa dei sei nomi tra i quali verranno eletti (dagli iscritti, ovviamente, che voteranno su SkyVote giovedì 16 settembre, dalle ore 10 alle 22) i tre che andranno a formare il “Comitato di Garanzia” del Movimento.

Si tratta di quella che nel nuovo statuto è stata definita la “filiera di garanzia”, ben distinta dal team (o segreteria politica che dir si voglia) che invece dovrà affiancare Giuseppe Conte al timone del partito. In sostanza, i tre del comitato, specie di custodi dell'ortodossia grillina, saranno anche gli uomini di fiducia del fondatore, chiamati a fare da “controllori” di Conte e dei contiani.

Ma chi sono i sei prescelti dall’elevato? È presto detto. Oltre allo stesso Beppe Grillo, in lizza per quei tre posti ci sono Luigi Di Maio (ministro degli Esteri), Roberto Fico (presidente della Camera), Virginia Raggi (sindaca uscente di Roma), la deputata Carla Ruocco (presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle banche) e l'ex consigliere regionale umbro Andrea Liberati.

Di Maio, Fico e Raggi sono tre esponenti storici della galassia pentastellata, ritenuti molto vicini a Grillo, al pari di Ruocco e dello stesso Liberati, che attualmente collabora con l'eurodeputata Daniela Rondinelli. Al di là del pedigree dei designati, a far rumore, nella scelta degli aspiranti “controllori”, è proprio la candidatura di Luigi Di Maio, ex capo politico del Movimento nonché rivale diretto dell'avvocato di Volturara nella gestione del Movimento (le scintille tra i due sono note a tutti).

È una mossa, questa, studiata a tavolino da Grillo proprio per imbrigliare Giuseppe Conte dopo gli stracci volati tra i due, la scorsa estate, nella guerra intestina che ha lacerato il Movimento? A ben vedere sembra proprio di sì. Da qui l'impressione che ben presto per i pentastellati, magari subito dopo il voto, arriverà una nuova resa dei conti (e forse di Conte).